Checco Zalone, al secolo Luca Medici, forse un po’ se l’aspettava questo successo da 40 milioni di euro d’incassi. Già prima dell’uscita del film il pubblico fremeva nell’attesa di rivedere il comico pugliese alle prese con gag ed equivoci al limite del grottesco. Zalone porta in scena un’ignoranza che, mescolata all’ingenuità del personaggio, ha come risultato una comicità decisamente bizzarra. La storia è certamente attuale e ricalca i temi delle differenze culturali e religiose che separano occidente e medio oriente. Checco è un giovane pugliese che vive a Milano da diversi anni e che rimbalza tra un’occupazione e l’altra. Gira con una vecchia Porsche a gpl di cui è molto orgoglioso. Provati molteplici lavori, sempre con risultati fallimentari, Checco riesce ad entrare grazie ad una raccomandazione ( tema spesso ricalcato nel film) nel museo del Duomo di Milano come addetto alla sicurezza. Intanto, da una terrazza di un bar del centro che affaccia proprio sulla madonnina, un ragazzo e una ragazza di religione islamica stanno organizzando un attentanto proprio dove lavora Checco. L’incontro con la pseudo-attentatrice segnerà l’inizio di una serie di avventure che, come un fiume in piena, travolgerà il protagonista pasticcione. La commedia è adatta sia ai grandi che ai più piccoli e la storia d’amore tra i due personaggi (se sboccerà o meno lo scoprirete al cinema…), tenera e soave, combina argomenti di spessore diverso con grande leggerezza. I temi sono non solo attuali ma anche trattati con ironia tutt’altro che sottile. Un film buffo e divertente dove Zalone da il meglio di sè.