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GRAZIE RAGAZZI

Grazie ragazzi

di Riccardo Milani

ITALIA 2023

117 minuti

Grazie ragazzi
Gran bel film corale che fa ben sperare per il prosieguo d’anno per quanto riguarda il cinema italiano. Certo, è un remake di un film francese, Un Triomphe di Emmanuel Courcol ma avrebbe fatto la felicità di Cesare Musatti, padre della psicoanalisi italiana, che invitava pazienti e operatori ad andare (e a fare) teatro, come terapia.
Antonio Albanese dismette i panni di comico, anche se Cetto la qualunque gli rimane addosso come una seconda pelle, e indossa quelli di regista e animatore di un laboratorio teatrale in carcere.

L’INCIPIT – Albanese è un attore fallito, costretto a doppiare film porno per sbarcare il lunario, accetta la proposta di un Fabrizio Bentivoglio, che nelle vesti del direttore di un teatro romano si conferma uno dei migliori attori italiani, di fare un laboratorio nel carcere circondariale di Velletri. Albanese titubante affronta gli inizi, abbastanza esilaranti, con dei carcerati improbabili attori impegnati nella rappresentazione di una favola (la lepre e la tartaruga).

IL CUORE - L’esito positivo delle prime sei ore fa però scattare la scintilla. Albanese propone all’arcigna (ma non troppo) direttrice del carcere, Sonia Bergamasco, di mettere in scena “Aspettando Godot” di Samuel Beckett sul palcoscenico del teatro di Bentivoglio, che all’inizio non sembra molto propenso a supportare il progetto.
Il centro del film sono così le relazioni con Albanese e gli attori/carcerati.
Giorgio Montanini, rubato alla stand up comedy, è Mignolo, obeso e scanzonato sempre alla ricerca di qualche attimo rubato per far l’amore con la giunonica moglie che lo adora.
Vinicio Marchioni fa Diego, il boss temuto (nel curriculum anche un ruolo simile in Romanzo Criminale) che impone la propria presenza all’improvvisata compagnia.
Giacomo Ferrara è Aziz, talentuoso e dall’animo sensibile.
Andrea Lattanzi fa il balbuziente complessato. Gerard Colonecy (Christian), Bogdan Iordachioiu (Radu) completano il cast rappresentando la realtà carceraria italiana, che vede spesso la maggior parte della popolazione carceraria composta da extracomunitari.
Le prove, la passione, il desiderio di riscatto, la ricerca di una ragione di vita consentono al gruppo di raggiungere il successo, con tanto di tournee in tutta Italia.
Fra colpi di scena e momenti anche esilaranti, come quando decidono di andare tutti insieme ad un centro estetico sfuggendo al controllo delle guardie penitenziarie, la strana compagnia trova un equilibrio e relazioni d’affetto, offrendo ad Albanese anche l’occasione di riscatto professionale.

SUGGESTIONI – Vedendo il bel film di Milani non può non venire in mete Cesare deve morire, dei fratelli Taviani, Orso d’oro a Berlino nel 2012, ambientato nel carcere di Rebibbia, dove alcuni detenuti della sezione massima sicurezza mettono in scena Giulio Cesare di Shakespeare. Altre tensioni, altri drammi, ma il film di Milani regge il confronto, pur lontanissimo dal capolavoro premiato, perché conferma l’idea che il teatro possa essere non solo una grande terapia ma una chiave di lettura del mondo, a qualsiasi latitudine umana.