Mercoledì 4 giugno, presso la Casina dei Mosaici del Parco Inferiore della Villa Favorita ad Ercolano, è stato presentato in anteprima mondiale il documentario “Herculaneum. Diari del buio e della luce”, un film della durata di 52 minuti con la regia di Marcellino de Baggis. Il lavoro è stato realizzato dal Centro Internazionale per gli studi di Herculaneum, i cui soci fondatori sono il Comune di Ercolano, rappresentato per l’occasione dal Sindaco Nino Daniele, la Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei, rappresentata dalla Dott.ssa Maria Paola Guidobaldi, direttrice degli scavi archeologici, e infine la British School at Rome, presente con il suo Direttore Andrei Fallace Hadrill.
Il documentario è il frutto delle riprese realizzate nell’arco di un anno, arricchite da materiale esclusivo proveniente dagli archivi fotografici della Soprintendenza, dalle Teche RAI e dall’Istituto Luce. Il progetto è nato da un incontro tra Marcellino De Baggis, originario di Taranto ma residente a Roma dopo i suoi studi all’Università di California, ed i membri dell’equipe dell’Herculaneum Conservation Project nel teatro antico di Ercolano. Grazie al supporto fornito dalla Soprintendenza e dal Centro Archeologico Internazionale, è stato garantito al gruppo di lavoro libero accesso nelle riprese degli scavi, nell’archivio fotografico, aggiungendo al documentario le interviste che forniscono un naturale protagonista che racconta l’evoluzione storica degli scavi. Il dvd, prodotto e distribuito dall’Istituto Luce, illustra con dovizia di particolari la storia degli scavi di Ercolano approfondendo la figura di Amedeo Maiuri, l’archeologo che in poco più di trent’anni restituì alla luce la città romana, sede di villeggiatura dei patrizi, sepolta assieme a Pompei dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Le interviste inedite e sconosciute ad Amedeo Maiuri rendono questo film originale ed unico. I diari del Maiuri, insieme ad immagini di repertorio inedite, guidano alla scoperta del sito millenario considerato patrimonio dell’Unesco, invitando a ragionare sul rapporto che l’uomo ha con il passato, il desiderio di scoprirlo, di comprenderlo e preservarlo nel tempo. Ricorre una frase significativa dai diari del Maiuri:<<Ci volle una lenta ed estenuante opera di persuasione per dimostrare che Ercolano andava considerata come una città e non come una miniera di opere d’arte. Una città minore e diversa da Pompei, ma non per questo meno importante. Con una sua fisionomia urbanistica, una sua civiltà e quel che più importa, un suo volto umano>>. Oggi i due terzi della città antica giacciono ancora sotto la moderna Ercolano, ragion per cui il film-documentario auspica maggiori risorse affinché in futuro possano venire alla luce i tesori nascosti nel sottosuolo della moderna città. L’iniziativa ha permesso al regista di entrare in contatto con l’History Teachers Association of New South Wales in Australia, dove oltre 10.000 studenti liceali studiano Ercolano ogni anno e dove gli insegnanti, entusiasti di contribuire alla realizzazione del documentario, hanno già adottato lo stesso come strumento didattico di gran successo all’interno delle classi.