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I sommersi e i salvati

La sacrestia di una Chiesa di Pianura. Un parroco di sessant’anni e una bambina di dieci. Abusi quotidiani, al riparo di occhi indiscreti. In un luogo sacro dove si conservano paramenti religiosi, ostie e vino da consacrare. Dove si conservano i registri parrocchiali di battesimi, comunioni e matrimoni.  Quegli stessi matrimoni che il prete celebrava unendo innanzi a Dio, nella salute e nella malattia, le coppie che a lui si rivolgevano.  Alzando verso l’Altissimo quelle stesse mani che ha infilato sotto la gonnellina di T.T.A., anni dieci. Aumentandone la fragilità. Segnandola profondamente nell’anima e nel corpo ancora piccolo, un corpo non ancora di donna. Un corpo ancora ingenuo.
Nel 1995, in Sicilia, quando era   direttore di un istituto di assistenza, aveva avuto rapporti sessuali con una donna le cui condizioni mentali non erano tali da consentirle di opporre rifiuto. Niente di nuovo sotto il sole, allora: è cambiato solo lo scenario. Sono passati gli anni. Mi viene in mente una canzone di Guccini molto amata anche dai cattolici, tanto che, quando essa fu censurata dalla RAI, fu mandata da Radio Vaticana..
 

un dio che è morto,
ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto,
nei miti dell’ estate dio è morto… 

                                                                                                           

Certo, la canzone dice pure che Dio è morto per tre giorni e poi è risorto. Ma non è nato a nuova vita in quella sacrestia o in quell’istituto di assistenza. Amen.

 

P.S.Lascio, per onestà intellettuale, il link alla notizia, dove è possibile trovare sintesi di tanti quotidiani nazionali autorevoli.

http://www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipedofili/PedofiliaNapoli19112006.pdf

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