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Il sabato privilegiato, una festività napoletana tra storia e fede

2018-01-19-16-41-29

È la festa mobile per eccellenza per il popolo napoletano: il Sabato Privilegiato della Madonna Immacolata di don Placido, solennità religiosa che cade il primo sabato dopo il 30 dicembre sin dal 1826, quest’anno 2018, nella giornata dell’Epifania, il 6 gennaio. Nella Basilica del Gesù Vecchio, che vede rettore monsignore Alfonso Punzo, celebrazioni eucaristiche si sono succedute per l’intera giornata, una ogni ora, sin dalle prime ore del mattino. Quella solenne presieduta dal Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, alle ore 18.00.

La storia – Anno 1799: Napoli, in seguito alla sanguinosa rivoluzione partenopea, era da poco divenuta una Repubblica. La città, nelle mani di un governo provvisorio, in piena agitazione, vedeva una dura repressione verso chi era sospettato di fedeltà al re. Tra questi, Placido Baccher, giovane dall’animo gentile ed ingenuo, ed i suoi fratelli. È la sera precedente al giudizio del Tribunale: <<Domani è sabato – disse il giovane mentre recitava il Santo Rosario – questo giorno non mi può arrecare sventure perché è il giorno della Madonna, giorno delle divine misericordie>> Addormentatosi,  al giovane comparve in sogno la Madonna con parole colme di speranza: <<Confida figliuolo, domani sarai liberato da questo orrido carcere. Tu però devi essere mio e sarai chiamato in una delle principali chiese di Napoli a zelare le glorie del mio immacolato concepimento>> Il mattino seguente, dinnanzi ai giudici che guardavano stupiti questo ragazzo dall’aspetto innocuo ed incapace di compiere alcun male, il Tribunale ordinò la scarcerazione. I carnefici giacobini, quando si accorsero che Placido non era stato fucilato, emisero un nuovo mandato di cattura. Il popolo allora lo protesse calandolo in un pozzo dove ancora una volta scampò alla morte sopravvivendo ad una grave ferita alla testa. Nell’anno 1806 Placido, ricordandosi della promessa fatta alla Madonna, divenne sacerdote e nel 1811 rettore della Chiesa del Santissimo Salvatore, meglio nota come la Chiesa del Gesù Vecchio. Proprio da quella chiesa, egli diffuse il culto alla Vergine Immacolata, che lui stesso fece scolpire da Nicola Ingaldi, secondo le sembianze della Vergine che gli apparve in carcere. Quando poi il 30 dicembre del 1826, i legati di Leone XII incoronarono la meravigliosa statua, la Vergine apparve ancora a Don Placido e chiese un momento di preghiera privilegiato da istituirsi il primo sabato successivo al 30/12 di ogni anno. Nacque così il Sabato Privilegiato.

 

Il Sabato Privilegiato – <<Beati i sacerdoti che celebrano al mio altare e Beati i fedeli che faranno la Comunione nel sabato seguente la mia incoronazione>> Sono trascorsi quasi due secoli di storia La tradizione del sabato privilegiato continua ancor oggi, con fede costante o addirittura, come è parso accadere in questo sabato privilegiato appena trascorso, maggiore. Un pellegrinaggio nei vicoli dei decumani; una tradizione mariana e popolare che la città non vuole trascurare, costi quel che costi. Una processione che dura per l’intera giornata, dall’alba al tramonto, e coinvolge tutte le vie limitrofe alla basilica. Una volta giunti all’interno, nel più rispettoso silenzio, si sale verso la scala che porta davanti alla Madonna: La si guarda, La si prega, si invocano grazie ed intercessione, c’è chi La ringrazia per una malattia guarita, per un figlio nato, per un lavoro trovato. Un culto che viene tramandato di generazione in generazione, come un testamento rispettato con fede e convinzione.

L’opera di Ingaldi – <<Essa è lavoro del noto e pio artista Nicola Ingaldi, napoletano; è quasi la terza parte del naturale, parte in creta e parte in legno: le vesti sono di lini benedetti, panneggiati dallo stesso don Placido, poi ingessati, inargentati e dipinti. Sul manto, sulla veste e sopravveste: stelle, fiori e frange d’oro…la Vergine sostiene sul braccio sinistro il suo Bambinello, mentre schiaccia la testa del serpente; il Bambino e la Madre hanno il capo cinto di corone d’oro tempestate di gemme. È questa la Madonna di don Placido, una bellezza di Paradiso, una bellezza cui anche Dio apportò splendore!>> così provò a descrivere l’opera di Ingaldi, Raffaele Pica, un capolavoro assoluto. Durante l’inaugurazione, avvenuta alla presenza del re, della Corte e delle Autorità cittadine, don Placido parlò nuovamente alla Madonna, che espresse il suo ringraziamento, premiando la fede e il servigio del Venerabile.

La devozione mariana, una storia senza fine– La figura di Maria ha sempre affascinato il cuore del fedele, in Lei il fedele ha avuto una creatura che, a differenza di un santo o una santa, ha semplicemente vissuto da donna senza doti eccezionali. Figura femminile tenera e confidente, madre premurosa e universale, mediatrice splendida e straordinaria. Come si comporta un figlio con sua madre? In tanti modi diversi, ma sempre con affetto e fiducia. Con un affetto che si manifesterà di volta in volta secondo le occasioni tracciate dalla vita stessa. Lungi da ogni freddezza, si creano così tenere e intime consuetudini domestiche fatte di piccole attenzioni quotidiane: un bacio, una carezza uscendo o entrando in casa, un piccolo regalo, qualche parola intensa ed espressiva. Così è rapporto del fedele nei confronti di Maria, e se oggi è così tanto amata e cercata, è proprio perché nel corso dei secoli della Chiesa Lei si è presentata in questo modo, come la mamma di tutte le mamme, dando, cercando e raccogliendo amore.