Mi risulta difficile parlare di questo meraviglioso romanzo di Giorgio Vasta.
Non credo di esagerare se affermo che Vasta è al momento uno dei migliori scrittori italiani. Dicevo che mi risulta difficile perché Il Tempo Materiale ( Minimum Fax, 2008, 13 euro, p.311) è un libro denso, complicato, sicuramente un libro che si può definire di qualità. Giorgio Vasta fa un uso della lingua sapiente, poetico e onirico, preciso come un bisturi, tagliente. Anche troppo. Tutto ciò, unito ad una storia profonda e intensa, rende quello di Vasta un grande romanzo.
Ambientato a Palermo negli anni di piombo, racconta la storia di tre inverosimili undicenni che a poco a poco formano una cellula terroristica in stile Brigate rosse, realizzando azioni dimostrative e rapimenti in piena regola. Tre ragazzi che si esprimono come filosofi esistenzialisti, elaborano un linguaggio muto ricalcato sui simboli dell’immaginario collettivo dell’Italia degli anni sessanta e settanta, agendo in una Palermo lontana dai fatti sanguinosi di quegli anni. L’autore nasce proprio a Palermo nel 1970 e forse, proprio per questo motivo, decide di parlare degli anni in cui lui era troppo piccolo per avere una reale coscienza di ciò che accadeva nel nostro paese, quindi torna indietro nel tempo, realizzando una retrospettiva degli anni di piombo, facendo parlare tre consapevoli undicenni, come a voler rivivere un tempo che se n’è andato.
Per raccontare, Vasta fa sfoggio di un linguaggio poco comune, con una perfetta scelta delle parole.
Ogni parola, ogni frase, vanno assaporate lentamente. I segni su carta sembrano avere una consistenza reale, sembrano prender vita, ne percepisci la concretezza e la durezza. La parola usata da Giorgio Vasta è una forza creatrice, che plasma la materia, dà forma al circostante.
Il tempo materiale, lo ripeto, è un libro che non si riesce (e secondo me non si deve) a leggere d’un fiato; è un libro che va assimilato, guardato, letto con attenzione , lentamente. Mai come per questo libro è validissimo il concetto a me molto caro della lettura lenta, che non vuol dire impiegare tantissimo tempo per leggere un libro (ognuno dedica alla lettura un tempo diverso), ma leggere cercando le sfumature, cogliendo i particolari, perché è vero, alla fin fine tutti i libri raccontano storie, ma è il modo in cui lo fanno a fare la differenza . E Giorgio Vasta sa fare la differenza.