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Il viaggio e la donna al centro della mostra di Peppe Pappa

 Il 20 maggio presso la sala della Biblioteca all’interno della magnifica cornice settecentesca di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, si è svolta l’inaugurazione della mostra di Peppe Pappa. Artista e performer, espone sin dagli anni ’60 e a cavallo con gli anni ’70 svolge militanza culturale sul problema dell’arte sociale, promuovendo centri operativi di programmazione e diffusione della cultura. Produce inoltre linguaggi relativi alle nuove situazioni post-artistiche esponendo sia in Italia che all’estero. Intensi momenti di riflessione letteraria hanno accompagnato l’apertura della mostra e le note di una chitarra sono state il sottofondo delle letture in due lingue, trasportando il folto pubblico intervenuto in un viaggio ideale di parole e di voci dagli echi lontani. Un ragazzo ricorda una storia di migranti intervistati durante l’iter che precede la richiesta di asilo politico. E’ la vicenda di Medombe, unico maschio in una famiglia composta da sei sorelle. Nella sua famiglia la figura maschile è importante ed è così che una volta morto il padre, si riuniscono i parenti per decidere. Gli propongono così di cercare fortuna in Europa. Dopo aver attraversato il deserto con cinque litri d’acqua si perderà viaggiando per tre lunghi giorni, durante i quali terminerà tutti i suoi risparmi. Dopo aver lavorato duramente per un anno, decide di acquistare una barca per effettuare la traversata verso l’Europa, per sfuggire alla miseria. Un’altra odissea vedrà lui e i suoi amici di sventura bere l’acqua salata per sopravvivere e digrignare i denti per il freddo delle notti al largo delle coste africane. Giunto in Italia Medombe viene messo alle sbarre. Si chiede allora il perché di quella prigionia, spaesato, stanco e disorientato ma gli viene ben presto detto che è necessario disporre di cose indispensabili senza le quali:<<non si viene considerati esseri umani>>. La storia di Medombe è un racconto dei nostri tempi, di estrema attualità e sofferenza, un racconto tra tanti di coloro che sbarcano sulle coste italiane che ha appassionato il pubblico presente. Oriana Russo dell’Associazione “Linea D’Arco” ha condotto il pubblico da un momento all’altro mediante il filo conduttore del viaggio. Non è mancata una parte di carattere scientifico, affidata ai giovani dell’Associazione “Transcultura” che hanno proiettato dati e grafici riassunti di un ottimo elaborato dal titolo “Cittadini del mondo”: local integration – global development. A detta del giovane Assessore alle Politiche Giovanili Renato Carcatella rappresenta:<< un primo passo di comprensione del fenomeno relativo al livello di integrazione dei concittadini stranieri>>. La mappatura del territorio di San Giorgio a Cremano ha contribuito ad una maggiore consapevolezza relativa alla presenza di immigrati nella città vesuviana, evidenziando le loro esigenze, i loro lavori e la comprensione dei servizi a loro dedicati. Infine la mostra di Peppe Pappa con cinque opere visibili gratuitamente fino al 20 giugno. I lavori esposti, realizzati tra il 2002 e il 2004 rappresentano opere dalle dimensioni notevoli, ricavate dalla pratica del digitale. Secondo Marco Di Mauro, critico d’arte, l’opera di Pappa vede il contrapporsi di due ricerche: da un lato la bellezza carnale e materiale sotto il burka e la ricerca di purezza e trascendenza. Nei lineamenti delle donne raffigurate è possibile intravedere una purezza trascendente. Dal ritaglio di foto digitali e alla ricomposizione è possibile percepire la visione aristotelica: l’arte interroga il possibile, ossia il comportamento dell’artista e indaga la realtà ricavandone possibili interpretazioni. In alcune la dissolvenza del burka comporta una sorta di liberazione, di rivelazione di sé. Il rapporto tra arte e vita è un altro tema dominante. Dal ‘900 l’arte deve riflettersi nel sociale, influenzando quindi la vita e la società. Pappa invece fa l’opposto: preleva la vita, la rielabora e la trasmette nelle opere d’arte. Si assiste così ad un capovolgimento con la scomparsa del mondo esterno e la sua ricomposizione in un’opera d’arte. Nell’intento di ricercare un’assonanza tra Pappa e l’arte internazionale, si può parlare a ragion veduta di Nouveau Realisme, il cui teorico Pierre Restany, amava l’arte di Pappa. Renato Carcatella ha concluso l’incontro ringraziando gli intervenuti e non sono mancati gli apprezzamenti da parte dei cittadini sangiorgesi, intrattenutisi oltre la chiusura dell’incontro, a testimoniare il desiderio di cultura e la richiesta di ripetere queste iniziative culturali integrate.

  

 

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