<<La speranza è l’ultima a morire, il meglio deve ancora venire>> dice padre Pasquale Incoronato. Da un motto nasce un impegno: ad Ercolano ci si adopera per i giovani diversamente abili, Insieme oltre le differenze, il 6 dicembre alle ore 18.00, presso la Locanda di Emmaus Onlus. Un incontro che ha visto la partecipazione di famiglie e giovani coinvolti nell’attività pastorale di padre Pasquale Incoronato, da egli stesso organizzato con la sua parrocchia, S.Maria del Pilar, insieme al Rotary Club Ercolano Centenario.
Un evento che nasce da un progetto – Un incontro a più voci, guidato da don Pasquale Incoronato, insieme alla dottoressa Carmela Saulino, consigliere comunale e presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Ercolano, donna dal grande cuore e dalla grande sensibilità, da sempre vicina ai bisogni del sociale. Evento inserito nel progetto Insieme oltre le differenze, che ha l’intenzione di realizzare un anelito che vede nell’inclusione, un profondissimo esercizio di cristiana umanità. Un desiderio nato dalla necessità di rispondere ad un bisogno particolare, di famiglie con disabilità e un bisogno collettivo, della comunità parrocchiale , rispetto ad un tempio ampio e complesso come quello della disabilità. L’idea è quella di poter strutturare, all’interno di una realtà già consolidata da vent’anni, un percorso di inclusione per ragazzi diversamente abili, che fanno parte della realtà della parrocchia ercolanese. Un progetto che ha già trovato la collaborazione di volontari, in prevalenza giovani donne, impegnati a favore dei ragazzi a rischio devianza. Dall’incontro è emerso il desiderio di inserimento del disabile nelle attività presenti nella parrocchia, con l’aggiunta di piani educativi personalizzati, che producono evoluzione psicopedagogica e sociale, oltre che di integrazione. I ragazzi ercolanesi a rischio di devianza, pronti ad essere promotori di un miglioramento evolutivo dei loro compagni con disabilità e, viceversa, i ragazzi con disabilità essere consapevoli o anche inconsapevoli promotori di accrescimento delle caratteristiche empatiche nei ragazzi già frequentatori della locanda o dell’oratorio parrocchiale. Un integrazione a risposta in modo coerente e concreto al contesto parrocchiale in cui opera il progetto, accrescendone le potenzialità e valorizzandone le risorse.
Don Pasquale Incoronato – È chiamato semplicemente padre da tutti quelli che lo conoscono. Docente alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino in Napoli e direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Napoli, parroco a Santa Maria del Pilar, in Ercolano. Appena diventato prete, giocava nei vicoli con gli scugnizzi, per impararne il linguaggio. Nel 1993 ha aperto l’oratorio San Domenico Savio, impegnandosi nel progetto sociale e spirituale di recupero per minori e famiglie. Perché crede da sempre nella pastorale a tu per tu, nel rapporto personale. Ogni iniziativa nasce dall’adorazione eucaristica, dichiarando di pregare almeno un’ora al giorno davanti al Santissimo Sacramento. La passione per chi è in difficoltà si alimenta nel riconoscere in loro la carne di Cristo, come ci ricorda papa Francesco. Nel 1995 aveva inventato La discoteca di Gesù, con il desiderio di seminare il bene attraverso la musica, girando nei locali con una band per proporre le rielaborazioni di alcuni canti di chiesa. 15 anni fa ha fondato La Locanda di Emmaus, punto d’incontro accogliente per bambini, ragazzi, volontari del quartiere e di tutto il paese. crocevia di attività per le nuove generazioni, tentativo di dare a tutti i bambini la stessa dignità e la possibilità di scelte sane, costruttive.
Integrazione ed inclusione, una sfida possibile – Da Ercolano fino a diffondersi ovunque, partendo dalla percezione della condizione di disabilità, dove spesso manca la consapevolezza del vissuto dell’altro. L’integrazione delle persone disabili, come una grande sfida, che può essere vinta puntando sulla competenza e sulla collaborazione. Nelle parrocchie, ma in ogni luogo che significhi aggregazione, formando alle differenze, accogliendo i disabili come eterogeneità, attivando percorsi inclusivi intesi come disponibilità e sensibilità. Ma non basta integrare le diversità, non si tratta, cioè, di creare condizioni di normalizzazione; occorre invece fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando il noto, gli ambienti, la prassi, di volta in volta, in base ad ogni specifica singolarità. E siamo certi che il cuore del popolo ercolanese, a partire da una parrocchia, che stiamo qui a raccontare, vinca una sfida già accettata.