Napoli e dintorni, una zona in cui la mescolanza di popoli e razze, di passaggio o meno, è all’ordine del giorno. Grazie al contributo offerto dal mondo accademico, giovani e docenti di tutto il bacino del Mediterraneo si stanno incontrando per scambiare quanto di positivo c’è nelle rispettive culture, educando al confronto e al dialogo con lo straniero.
L’altro: ospite o nemico? è appunto il titolo dell’iniziativa ideata da Maria Donzelli. Il ciclo di seminari è tuttora in corso presso l’Università L’Orientale, la più attiva a Napoli quanto a scambi culturali. Questo Laboratorio intermediterraneo servirà infatti a radicare in studenti e partecipanti quella giusta apertura verso gli altri popoli, in particolare verso le realtà islamiche del nord africa che si stanno finalmente affacciando alla democrazia.
La lotta contro le discriminazioni è un tema caldissimo e più che mai attuale, soprattutto in Italia. Non manca certo all’appello la Campania, fra le regioni più sensibili al problema.
La non discriminazione è un principio cardine dell’attuale Ue, minacciato da pericolose tendenze acuitesi negli ultimi mesi, in seguito alle rivoluzioni nel Maghreb.
Il Paese intero è alle prese con il problema dell’immigrazione clandestina e le regioni del sud sono, ovviamente, le prime a risentirne data la vicinanza geografica.
Ma al contempo sono anche le prime a manifestarsi attente alle tematiche della democrazia, dell’integrazione e del multiculturalismo.
L’ultimo periodo in Campania è stato vissuto all’insegna di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura dell’accoglienza, dell’apertura alle nuove risorse umane provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo.
E’ questa la logica delle recenti esperienze giovanili rese possibili dal mondo accademico e istituzionale, prima fra tutte il menzionato laboratorio dell’ateneo napoletano che ha avuto come relatori nei giorni scorsi docenti delle università di Rabat (Marocco) e de Il Cairo (Egitto).
Il problema della discriminazione è molto sentito a livello europeo, soprattutto dopo le ben note vicende francesi che hanno minacciato seriamente l’acquis di Schengen.
Gli incontri a tema dei prossimi giorni a Napoli vedranno concentrata la discussione sui maggiori fattori di democratizzazione dei paesi africani, legati principalmente alla comunicazione e ai media.
Libia, Tunisia ed Egitto stanno lentamente imboccando la strada della democrazia. Quello che serve è l’appoggio dell’Europa, dell’Italia in prima fila.
Il modo migliore per dimostrarlo è l’abbandono di qualsiasi forma di xenofobia e discriminazione, tanto a Bruxelles quanto all’ombra del Vesuvio.