Il 19 Giugno il Papa aprirà l’anno giubilare sacerdotale
Sull’ evento una intervista a P. Aurelio Perez, superiore generale Fam
Collevalenza, 12. 06.200
Il 19 Giugno il Papa aprirà l’Anno Giubilare Sacerdotale che ha per tema “FEDELTA’ di CRISTO, FEDELTA’ del SACERDOTE”. Su questo importante evento per “ LA VOCE “, settimanale di Informazione dell’Umbria, ho intervistato al Santuario di Collevalenza Padre Aurelio Perez, Superiore Generale dei Figli dell’Amore Misericordioso.
Questo il testo pubblicato oggi venerdì 12 giugno.
Il 19 giugno, Festa del Sacro Cuore di Gesù, da Roma, con una giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei presbiteri, il Papa aprirà l’Anno Giubilare Sacerdotale. Un anno giubilare che coincide con il 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che sarà proclamato Patrono di tutti i sacerdoti del mondo.Noi de La Voce abbiamo intervistato P. Aurelio Perez, Superiore Generale della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, una Congregazione fondata dalla Venerabile Madre Speranza il cui fine principale “è l’unione del clero diocesano con i religiosi, i quali devono porre tutto l’impegno e la cura nell’unirsi ai sacerdoti, essendo per loro veri fratelli, aiutandoli in tutto, più con i fatti che con le parole”, e gli abbiamo chiesto:
D. L’obiettivo dell’anno giubilare è la santificazione dei presbiteri. Quali iniziative concrete, per uscire dal vieto e vuoto sociologismo di convegni, conferenze e pubblicazioni che in pochi leggeranno, ritiene debbano essere intraprese per promuovere la santificazione dei sacerdoti?
R. Indubbiamente l’indizione di questo anno sacerdotale è un grande segno dei tempi: mi sembra che avvenga per la prima volta nella storia della Chiesa. Riguardo alle iniziative, penso che dobbiamo essere molto attenti a ciò che il Magistero della Chiesa ci suggerirà. Nel comunicato della Santa Sede si afferma che “La Congregazione per il Clero, d’intesa con gli Ordinari diocesani e i Superiori degli Istituti religiosi, si preoccuperà di promuovere e coordinare le varie iniziative spirituali e pastorali che saranno poste in essere”. Mi auguro che tutti nella Chiesa prendiamo molto a cuore l’iniziativa.
Non svaluterei convegni e pubblicazioni. Tutto è buono se ha buona qualità. Anche questo giornale è una pubblicazione. Non dimentichiamo che il Papa, ultimamente, ha aggiunto una postilla al classico detto benedettino: “Prega, lavora… e leggi”. Forse oggi c’è troppa improvvisazione ed emotività, che ci fanno essere “in balia di qualsiasi vento di dottrina”.
D. In particolare la Congregazione che Lei guida, quali iniziative adotterà, dove è presente in maniera significativa come in Italia e Spagna, per sviluppare la comunione e l’amicizia dei sacerdoti tra di loro e con le comunità loro affidate?
R. Abbiamo inviato una lettera a tutte le nostre comunità, esortandole a prendere molto a cuore quest’anno sacerdotale. Comprendiamo meglio l’intuizione profetica della nostra Fondatrice, la Venerabile Madre Speranza a proposito dell’urgenza nella Chiesa di lavorare per la “l’unione e la santificazione del Clero”. La sua vita è stata caratterizzata da un profondo amore per i sacerdoti, che l’ha portata a offrirsi vittima per loro, a fondare la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso per “l’amato clero”, a coinvolgere in questa causa tutta la sua Famiglia religiosa. Riguardo alle iniziative concrete, in sintesi girano su tre fronti:
a) La preghiera e la consacrazione “per loro”, seguendo l’esempio di Gesù che ha pregato accoratamente il Padre per i suoi Apostoli e si è offerto per loro;
b) L’azione: nelle case dove svolgiamo attività in favore dei sacerdoti, verificheremo la qualità dell’accoglienza, perché risponda alla missione che il Signore ci affida. Abbiamo in mente anche iniziative nuove;
c) La riflessione: la nostra Rivista dell’Amore Misericordioso curerà, lungo tutto l’anno, varie rubriche specifiche sulla nostra missione sacerdotale.
D. Non crede che la via della santificazione dei presbiteri passi anche per un valido accompagnamento spirituale e per la pratica frequente del sacramento
della riconciliazione?
R. La via della santificazione sacerdotale è opera dello Spirito Santo e frutto della nostra docilità alle sue ispirazioni. Il motto di quest’anno sacerdotale è “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”. La santità di vita di un presbitero è strettamente legata all’unione di intima amicizia con Gesù Cristo Pastore, per questo è indispensabile la fedele meditazione della Parola (“se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi… porterete frutto”), la celebrazione eucaristica con fede viva, la preghiera intensa, l’umile affidamento alla misericordia del Signore nel sacramento della riconciliazione. È ovvio che un buon accompagnamento spirituale è indispensabile in questo cammino non facile, perché “nemo iudex in causa propria” e anche perché l’attività del presbitero è a rischio burn out. Guai a pensare che una volta usciti dal seminario “queste cose” non sono più necessarie. M. Speranza, che tra l’altro aveva una particolare cura per i sacerdoti giovani, dice che se ci lasciamo prendere dall’attivismo possiamo arrivare a dire: “Dio mio, la mia abnegazione mi ha rovinato!”.
D. Crede che eserciti grande attrazione il proporre, come Patrono dei sacerdoti, la figura del Curato d’Ars?
R. Voglio augurarmi che il santo Curato d’Ars, che verrà proclamato quest’anno patrono dei sacerdoti, eserciti davvero una grande attrazione su tutti i presbiteri in cura d’anime. Le ore interminabili che passava davanti al Santissimo o in confessionale, la vita austera e sobria, che “si offriva” come Cristo per coloro che il Padre gli aveva affidato, la cura della predicazione, l’amorevole attenzione per ogni persona, il rapporto di amicizia e la disponibilità verso i confratelli presbiteri, sono un esempio intramontabile di vera carità pastorale.
Si conclude, qui, l’intervista con P. Aurelio Perez e nel ringraziarlo per la fraterna accoglienza e disponibilità, lodiamo il Signore per l’anno giubilare che sta per iniziare e per le tante grazie che vorrà donare agli operai della Sua Vigna