«Ti credo quando mi dici di non avere avvenire come artista: prima devi riposarti ed imparare a vedere; dopo troverai un po’ di tempo per la pittura. Il fatto è che dipingere è difficile, molto difficile…» Gustav Klimt.
KLIMT Experience,a Napoli dal 20 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019, l’esperienza multimediale all’interno della monumentale Basilica dello Spirito Santo, L’evento, in collaborazione con le associazioni Medea e Mediterranea, è patrocinato dal Comune di Napoli.Dopo il successo delle tappe di Firenze, Milano, Caserta, Roma eShanghai, che hanno registrato un grande numero di visitatori, complessivamente oltre 600.000, lo spettacolo che unisce musica, immagini digitali, oggetti fisici e realtà virtuale viene presentato nella città partenopea.
L’evento – E’ una rappresentazione multimediale immersiva, interamentededicata alla vita e alle opere del padre fondatore della secessione viennese che, con altri artisti del suo tempo, coltivò il mito dell’opera d’arte totale, della democratizzazione del bello e della creatività. Il percorso esperienziale di KLIMT Experience è il racconto emozionante di un’incredibile avventura umana ed artistica, la messa in scena digitale di opere talmente celebri da essere ormai entrate a far parte della cultura popolare come Il Bacio, L’Albero della vita, Giuditta I, Danae, insieme a molte altre, menoconosciute, ma pur sempre straordinariamente cariche dell’inimitabile fascino sensuale klimtiano. Entusiasmare e meravigliare il pubblico di ogni età, invitandolo ad approfondire la conoscenza dell’uomo e dell’artista, la comprensione e la lettura stilistica delle sue opere attraverso l’esaltazione dei dettagli e della tecnica pittorica: sono questi gli obiettivi dichiarati di Crossmedia Group – società che ha ideato e prodotto il format con la consulenza dello storico dell’arte Sergio Risaliti e l’apporto creativo del regista Stefano Fomasi di Fake Factory – e di Time4Fun, partner organizzativo dell’appuntamento napoletano.
Il percorso espositivo – Si apre con un’area introduttiva didattica, questa precede la Sala Immersiva, cuore dell’allestimento. E’ qui che il pubblico viene sensorialmente avvolto da un flusso continuo di musica e immagini ad altissima definizione proiettate in sincronia, a 360 gradi, sugli schermi giganti ed in videomapping sulle magnifiche architetture della navata principale. Al termine dell’esperienza immersiva il viaggio nel mondo simbolico, enigmatico, di Klimt continua nella Sala degli specchi, elemento di novità rispetto all’allestimento proposto alla Reggia di Caserta. E’ il luogo d’eccellenza per i selfie: l’opportunità unica di condividere l’incredibile immagine di se stessi confusa nel caleidoscopio di segni e figure iconiche che si susseguono su pareti, pavimento e soffitto di questa sorta di scatola magica. Infine, nella parte conclusiva dell’itinerario, con la Klimt VR Experience Il pubblico può cimentarsi con la dimensione assente nell’arte klimtiana: la profondità. Grazie ad un’app sviluppata appositamente per i visori di realtà virtuale Oculus VR, l’immersività diviene 3D e consente letteralmente di entrare dentro a quattro dei quadri più caratterizzanti il grande pittore austriaco. Accanto alle postazioni per gli Oculus VR, si può apprezzare l’esposizione di dieci abiti realizzati utilizzando le textures disegnate da Klimt per l’atelier della sua compagna, Emilie Flöge. Il virtuale ed il reale, due mondi paralleli a confronto a chiudere insieme un viaggio unico. Klimt è l’artista perfetto per una mostra che supera il tempo attraversandolo, un mezzo a disposizione di chiunque decida d’intraprendere un cammino di bellezza alla ricerca del trionfo di un’ arte senza confini.
L’artista – Viennese di modeste condizioni sociali, Gustav nasce il 14 luglio 1862 a Buamgarten, vicino Vienna. A quattordici anni inizia a frequentare la Scuola d’Arte e Mestieri della capitale, dove ha modo di approfondire le diverse tecniche utilizzate nell’arte più classica, come l’affresco e il mosaico, ma anche di venire in contatto con i fermenti più innovativi del momento. Inizia ufficialmente la carriera di artista realizzando decorazioni pittoriche di diversi edifici pubblici e divenendo, ben presto, l’erede di Hans Makart. La decorazione per l’aula magna dell’università di Vienna, avente per tema la filosofia, la medicina e la giurisprudenza, eseguita da Klimt tra il 1900 e il 1903, provocò aspre critiche da parte delle autorità viennesi, che gli contestarono il contenuto erotico e l’inedita impostazione compositiva dei dipinti. Allo stesso modo fu considerato osceno il grande fregio decorativo realizzato nel 1902 per la sala che ospitava il monumento a Beethoven opera di Max Klinger. Tali scandali segnarono la fine della carriera ufficiale di Klimt. Ma Gustav Klimt non si è mai lasciato intimidire: già nel 1897, con uno scatto di ribellione, aveva fondato il movimento della Secessione viennese, con l’artista che matura definitivamente la propria posizione, improntata alla ribellione verso i canoni ufficiali e alla rivolta generazionale che intendeva liberare l’arte dal tributo alle convenzioni Klimt, utilizzando le innovazioni decorative dell’Art Nouveau, movimento legato soprattutto alle arti applicate, di cui divenne il più grande rappresentante nel campo della pittura, sviluppò uno stile ricco e complesso ispirandosi spesso alla composizione dei mosaici bizantini, da egli studiati a Ravenna. Sul piano più teorico invece si trattava di aprire le frontiere allo spirito del tempo che veniva perlopiù identificato con l’arte simbolista, venata di una forte connotazione erotica. morì il 6 febbraio 1918, a causa di un attacco apoplettico.
«Nessun settore della vita è tanto esiguo ed insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche» Gustav Klimt.