Cari ed affezionati lettori,
per questa settimana avevo previsto di pubblicare un editoriale dedicato agli eventi estivi all’ombra del Vesuvio. Concerti, film all’aperto, serate in discoteca, aperitivi al Granatello.
Purtroppo, non scriverò nulla di tutto questo. Dico “purtroppo”, perché a farmi cambiare idea è sopraggiunto un episodio. Anzi, uno schiaffo. Si, proprio uno schiaffo. Cinque dita di violenza gratuita, stampate sul volto esterrefatto del nostro amico e collaboratore Luca Coppola. Cinque dita di quelle che lasciano il segno. Non solo sulla faccia.
Accerchiato in piena notte da un branco selvaggio di venti minorenni motorizzati, probabilmente in cerca di un diversivo che desse una soluzione alla continuità dell’afosa noia estiva, Luca si è visto perso. Fino a quando un “pacchero”, assestato con abbondante dose di “cazzimma”, non gli ha dato quello che Totò chiamava <<il coraggio della paura>>. A questo punto, con la sua vecchia Fiat Panda, Luca è riuscito ad aprirsi un varco tra quella selva di scooter e ad evitare il peggio. E’ tornato a casa salvo. Con un tumido “cinque dita” stampato tra capo e collo.
Nell’apprendere questa notizia “m’è passato ‘o genio”. “M’è passato ‘o genio” di parlare di serate musicali e cocktail da sorseggiare in riva al mare tra Portici e Sorrento. “M’è passato ‘o genio” perché quelle cinque dita me le sono sentite addosso. E mi bruciano ancora sulla pelle. Perché al posto di Luca potevo esserci io. Anzi, Luca sono io. E siamo Luca tutti noi. Tutti noi che vorremmo trascorrere tranquille e piacevoli serate in questa nostra bellissima provincia costiera. Tutti noi che vorremmo tornare a casa all’alba, dopo aver parlato e scherzato con gli amici, senza correre il rischio di essere divorati da un’orda barbarica..
Per questo ho deciso di stravolgere completamente il contenuto dell’editoriale programmato. Però, lasciando invariato il titolo: <<La calda estate di chi resta a casa>>. Calda come un schiaffone che arriva improvviso in una sera di fine luglio, al confine tra Portici e San Giorgio a Cremano. Calda come il segno violaceo delle cinque dita che si è ritrovato Luca sulla faccia. Tanto calda da diventare insopportabile.
Eppure, non riesco ad esprimere una condanna senza appello per quei giovanissimi aggressori. Episodi del genere, non sono affatto rari dalle nostre parti. E’ tutta loro la colpa di questi episodi? Sono essi solo i carnefici o sono forse anche vittime di una violenza ben più grande e, proprio in quanto vittime, diventano poi carnefici? E, in tutto questo, sono privi di responsabilità coloro che ci governano a tutti i livelli? Sono privi di responsabilità i fautori di una politica fatta di slogan e concertini, che a me tanto ricorda la “festa, farina e forca” di borbonica memoria, mentre i problemi reali della società restano perennemente irrisolti e te li ritrovi, poi, in una calda notte di fine luglio, stampati in pieno volto col segno delle cinque dita?
Aspetto, cari lettori, di conoscere il vostro parere in merito e vi invito a scriverlo utilizzando l’apposito spazio delle “lettere al giornale”.
Intanto, se gli schiaffoni sono il termometro di quest’estate, a chi parte e a chi resta auguro un agosto meno caldo possibile.