Questa leggenda è scritta per tutti i bambini napoletani e per tutti i bambini del mondo.
C’era una volta a Napoli un uomo molto strano, è inutile che vi dica l’epoca perché ai bimbi non importa. Egli era alto alto e magro magro, come se fosse un alberello, con delle braccia che sembravano le aste dei mulini al vento.
I capelli erano neri, così come gli occhi che assomigliavano al colore del carbone, la pelle del viso gialla e si piegava in mille rughe e il collo somigliava a quello di una gallina.
Era vestito sempre di nero, con pantaloni lucidi troppo corti e calze bucate. Portava una cravatta, un fazzoletto, in testa aveva un capello e tra le mani un bastone.
Nessuno sapeva chi fosse e dove andasse, ma era molto conosciuto perché girava per tutte le strade di Napoli e si fermava a tutte le porte. Conosceva tutte le case in cui abitavano bambini, si fermava e gridava: Provvidenza! Allora il bambino arrivava alla porta, lo salutava e gli dava una monetina o un pezzo di pane.
Dove non c’erano bambini si fermava e gridava: Buona speranza! Dava così un buon auspicio per chi voleva un bambino.
Nelle case di coloro che erano duri di cuore non si fermava, ma tutti lo rispettavano e il suo grido faceva risuonare la città di speranza.
Una notte però Provvidenza, buona speranza scomparve e non si seppe più nulla di lui. Un ortolano di Capodimonte raccontò di averlo visto disperarsi su un masso e poi rialzarsi e partire. Si disse che era un grande medico di un paese del Nord, che aveva amato l’unica figlia del re e aveva avuto da lei un bellissimo bambino che non aveva mai potuto conoscere. Egli fu poi esiliato e non ritrovò mai più la sua famiglia.
Ancora oggi l’annuncio del suo arrivo fa calmare le strilla dei bimbi, asciuga le lacrime e addormenta i piccoli capricciosi.