LA TEOLOGIA COME SFIDA ALL’ATEISMO
Il Prefetto della Dottrina inaugura l’Anno accademico a Napoli
«Il nuovo Anno accademico si apre in un contesto segnato da fattori di novità ecclesiale di straordinario rilievo e da una crisi ancora molto preoccupante. Da una parte le forti sollecitazioni di Papa Francesco per un Chiesa in movimento, adeguata evangelicamente alla realtà del mondo, disposta ad “uscire” per incontrare l’umanità con le sue domande, dubbi, attese. Dall’altra la grave crisi economica in cui versano molti paesi europei, palpabile in maniera particolare nel nostro Meridione per le condizioni disperate che attanagliano tante famiglie». Con queste parole il Preside Gaetano Castello ha aperto la sua relazione annuale all’inizio della cerimonia d’inaugurazione dell’anno 2013-2014 della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che si è tenuta il 25 novembre nell’Aula magna della Sezione di Capodimonte.
Alla presenza del Gran Cancelliere, il Cardinale Crescenzio Sepe, dei Vescovi, di Autorità civili e militari, di numerosi docenti e studenti è iniziato, così, ufficialmente il lavoro delle due Sezioni (San Tommaso e San Luigi), degli Istituti Teologici aggregati e affiliati e dei diversi Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR) di Campania, Basilicata e Calabria collegati alla Facoltà Teologica. Di essi è possibile avere un quadro più dettagliato attraverso il sito web (www.pftim.it) e i collegamenti che offre con quelli dei 22 centri accademici che insistono sul territorio meridionale.
A tenere la prolusione è stato l’Arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha trattato il tema: Dal dio dei morti al Dio dei viventi. «Le statistiche più recenti attestano un aumento vertiginoso di “convertiti” all’ateismo. Perché sempre più persone si dichiarano atee? Davvero l’ateismo è l’atteggiamento più logico, come gli atei affermano?». Partendo da questa constatazione e da queste domande e passando attraverso l’attuale letteratura scientifica (senza fare a meno di citare la recente lettera di Benedetto XVI al matematico Odifreddi), Monsignor Müller ha affermato che «la forma della libertà umana non si realizza in opposizione a Dio, come vorrebbe l’ateismo, ma solo sulla base della perfetta libertà spirituale di Dio. Se Dio viene esaltato, anche l’uomo viene esaltato di conseguenza». Ha citato, poi, il Concilio Vaticano II: «La Chiesa crede di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana (Gaudium et spes 10)». E ha concluso: «Coloro che negano il carattere metafisico della teologia naturale e quindi la possibilità della conoscenza di Dio per mezzo della Rivelazione, tendono spesso a cadere in forme variegate di pessimismo, sovente d’impronta nichilistica o cinica. La visione della Chiesa, invece, attinge a quella pienezza che, per grazia di Gesù Cristo, tutti abbiamo ricevuto (cf. Gv 1,16). Se solamente Cristo è “la vera vite” (Gv 15,1), che offre “il vino buono” (Gv 2,10) necessario per la vita eterna, possiamo allora dire che soltanto la Chiesa è la vera promotrice della “modernità”, dato che solo l’apertura a Dio, futuro dell’uomo, rende autenticamente possibile per tutti quella speranza che proprio essa non cessa mai di proclamare».
Gli ha fatto eco, a chiusura, il Cardinale Sepe: «La storia della salvezza, meditata e approfondita nei suoi diversi aspetti con lo studio della teologia, può offrire strumenti per illuminare il presente con la luce della fede per una riflessione incarnata nella nostra storia e nei nostri territori, in dialogo con le conoscenze e i saperi del nostro tempo. Sta a noi raccoglierne la sfida».