A chi di voi non è mai capitato di sprofondare in una catena di pensieri aggrovigliati senza capo né coda e ritrovarsi dopo diverso tempo ancora più impantanati di prima in un problema che sembra addirittura non esistere? Eh già! Alcune persone particolarmente ansiose, non si fermano a considerare particolari situazioni problematiche, come ad esempio i problemi economici, ma cominciano a paventare esiti sempre più catastrofici e, come è noto, al peggio non c’è mai fine. Pertanto, la mente si diverte a costruire catene di pensieri del tipo “E se…?”, come se provasse piacere a vederci sempre più arrovellati in una matassa impossibile da sbrogliare. Poniamo il caso di essere in dolce attesa. È naturale che venga un pensiero, del tipo: “E se nascesse malato?”. Magari ci rispondiamo: “Nah, ho fatto tutte le visite e prese le dovute precauzioni, il bambino sta bene”. Ma poi la nostra mente continua: “E se avesse un incidente nella culla?”. E magari anche qui siamo in grado di rispondervi: “Ho parlato col pediatra, che mi ha esposto tutti gli accorgimenti utili”. Ma nemmeno qui la nostra mente si ferma. O meglio… siamo noi che le diamo agio di continuare. Infatti, mentre i primi “E se…?” sono naturali e comuni ad ogni persona, quelle maggiormente ansiose sono convinte di non avere controllo sulla catena rimuginativa e temono che tale groviglio di pensieri li porterà alla pazzia o addirittura alla morte. Tali convinzioni di incontrollabilità e pericolosità sui nostri pensieri non fanno altro che aumentare l’ansia, che cresce cresce cresce, fino a portare la persona in uno stato panicoso dal quale sembra difficile uscire.
Ma stop! È possibile mettere un freno a tutto ciò con l‘esercizio della consapevolezza. Basta esercitarsi a focalizzare la propria attenzione sul presente. Scegliere un’attività, come fare la doccia, e svolgerla consapevolmente, sentendo l’acqua che scorre sulla pelle o gustare lentamente un cibo che si ama oppure fare una passeggiata all’aperto e prestare attenzione al canto degli uccellini… I pensieri resteranno, ma tramite l’esercizio della consapevolezza diventeremo sempre più abili a non sprofondare nella palude delle nostre preoccupazioni.