di Edoardo Crisafulli
Perché Bettino Craxi è disprezzato dalla sinistra radicale? È vero che Craxi tradì il socialismo per bramosia di potere, distruggendo un partito centenario? Il PSI era davvero il focolaio del malaffare e il centro nevralgico di Tangentopoli? Perché con Mani Pulite è emersa solo la punta dell’iceberg della corruzione politica italiana? Come mai si parla pochissimo dell’oro di Mosca – un fiume di miliardi versato dai sovietici nelle casse del PCI per cinquant’anni? Perché la cultura laico-socialista, in Italia, non divenne mai l’orizzonte spirituale delle masse, abbacinate dal compromesso storico tra DC e PCI? Che peso ha avuto l’ideologia comunista nella storia italiana del dopoguerra? Qual è la causa profonda della ‘guerra fratricida’ tra socialisti e comunisti? L’arroganza di Craxi o il conservatorismo ideologico di Berlinguer? Ha senso, oggi, dirsi dichiararsi socialisti craxiani e militare nel Centrodestra? È giusto dire che Berlusconi ha raccolto l’eredità politica craxiana? Queste alcune delle domande a cui il saggio di Edoardo Crisafulli dà risposte inaspettate e provocatorie. Le ceneri di Craxi getterà un sasso nello stagno della politica italiana. L’autore non propone una lettura nostalgica della storia socialista e della Prima Repubblica: affronta, invece, temi attuali e scottanti.
EDOARDO CRISAFULLI, addetto culturale del Ministero degli Affari Esteri, ha insegnato lingua e cultura italiana nelle Università di Dublino, di Gedda (Arabia Saudita) e di Manchester. Dal 2003 dirige l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa, in Israele. Ha pubblicato The vision of Dante. Cary’s translation of the Divine Comedy, Troubador Pubblishing, 2003 e Igiene Verbale. Il politicamente corretto e la libertà linguistica, Vallecchi, 2004. Dal 1981al 1986 ha militato nella Federazione giovanile comunista riminese e nel movimento studentesco per la pace. Sostenitore dell’unità della sinistra, si riconosceva nelle posizioni di Napolitano piuttosto che in quelle di Ingrao, maggioritarie tra i giovani comunisti. Convertitosi al riformismo socialista – e “folgorato” dal governo presieduto da Bettino Craxi – nel 1987 ha aderito al PSI, cui è rimasto legato fino al 1992. Durante la “diaspora socialista” simpatizzava peri laburisti di Valdo Spini. Nel 1999, si è iscritto ai Democratici di Sinistra, nella speranza che quel partito raccogliesse l’eredità del socialismo italiano.