Stupido è chi lo stupido fa, diceva il buon selvaggio Forrest Gump in una delle sue famose perle di saggezza. Nello scrigno scricchiolante della post-modernità l’uomo serba varie e diverse specie di tesori preziosi: il macchinone inquinante per percorrere le strade del centro e parcheggiare in modalità fronte retro bottega solo per comprare un pacchetto di chewing-gum, il turismo last-minute in località caraibica per dimenticare i rigori invernali dell’inverno nostrano, sperando non si trasformi in un last-travel da immortalare in un noto programma tv, con tanto di plastico (A proposito: si sa già se sono stati realizzati i plastici preventivi degli squali di Sharm El Sheikh?). Tra le preziosità del fortunato abitante dei piani medio-alti del palazzo sociale, c’è una vasta gamma di facezie indispensabili e quisquilie necessarie, come farebbe dire il sardonico Molière ai protagonisti della sua commedia Le Preziose Ridicole, ovvero La prova di Furfantino. Ci sono pacchetti di benessere e voucher da spendere soli o con gli amici più intimi, salvo poi commentare le rispettive foto o peggio ancora taggarli su facebook in improbabili pose. Ci sono happy-hour a tutte le ore nei salotti bene e indignazioni edipiche a caccia dell’ultimo evasore fiscale. C’è la corsa a far parte dell’ultimo reality shock e il chiacchiericcio quotidiano su questa o quella perché non si è rifatta bene. C’è la fama decretata per acclamazione mediatica a quell’artista concettuale che rivoluziona il mondo applicando scarafaggi morti schiacciati ad un olio su tela (di ragno?). C’è tutto e il contrario del contrario di tutto nelle mode di chi si sente nobile di spirito, di lignaggio o semplicemente di portafoglio.
Ciò era valido trecentocinquanta anni fa, nella Francia di Molière, e rimane altrettanto vero ora, nell’occidente vessato dalla crisi economica. All’epoca la trasposizione teatrale delle Preziose Ridicole gettò scompiglio e voglia di censura. Oggi la compagnia Virus Teatrali, capitanata dal regista Giovanni Meola e ben amalgamata nell’ottima prova scenica degli attori Melania Balsamo, Luigi Credendino, Sara Missaglia, Enrico Ottaviano, Alessandro Palladino, e Chiara Vitiello, fa registrare il tutto esaurito al Teatro Civico 14 di Caserta. Merito di una pièce che inventa ruoli animaleschi ed esilaranti per innescare personaggi triplici: attori alle prese con la messa in scena, macchiette e al tempo stesso maschere di animali da cortile.
Riuscitissima la strategia del metateatro che recita insegnando. Complimenti ai Virus Teatrali e, ovviamente, al nobile post-moderno che alberga in noi e si presta allegramente a farsi prendere in giro.