I risultati dell’esame nucleare eseguito sulle presunte spoglie di Giambattista Vico confermano che i resti ritrovati nel convento dei Girolamini a Napoli risalgono all’epoca in cui visse il celebre filosofo napoletano. L’uomo sepolto sarebbe morto proprio nello stesso anno dell’autore della Scienza Nuova. Solo coincidenze?
Questo è l’ultimo aggiornamento di una storia che è cominciata alcuni mesi fa, quando il rettore dei Girolamini, Don Sandro Marsano, decise di cercare le spoglie del filosofo, che secondo alcuni si trovavano proprio nel complesso di via Duomo. Corpo cercato per secoli e mai ritrovato. Un giorno di ottobre però un team di studiosi ed esperti, coordinati dalla professoressa Marielva Torino, docente all’Università Suor Orsola Benincasa, trovò dei resti ricoperti da un saio e da una giacca da professore.
Dopo due mesi sono arrivati i risultati parziali degli esami: le date corrispondono e la possibilità che si tratti davvero di Vico è salita all’80%.
L’esame è stato effettuato dall’equipe del professor Filippo Terrasi dei laboratori Circe. Ma per essere certi bisogna attendere la comparazione con il DNA degli eredi del filosofo.
Obbligatorio l’invito a mantenere la calma, ma, se si trattasse davvero del grande pensatore napoletano, per la città e non solo sarebbe una grande scoperta. La sua dottrina era troppo innovativa per riscuotere consensi e simpatie nella sua epoca. Oggi i suoi resti mortali avrebbero finalmente un luogo in cui tutti potrebbero recarsi a rendergli quegli omaggi negati dai contemporanei.