Mi dice: «Come può essere buono il Sud, se persino i meridionali, appena possono, se ne vanno?».
Inizia con queste parole il libro Giù al Sud – Perché i terroni salveranno l’Italia, edito dalla casa editrice Piemme, ultimo lavoro dello scrittore-giornalista Pino Aprile, presentato lo scorso 30 gennaio presso la Scuola Vela Mascalzone Latino.
Insieme all’autore, all’evento sono intervenuti anche il Sindaco Luigi De Magistris e Vincenzo Onorato, Presidente e fondatore del consorzio velico Mascalzone Latino.
Pino Aprile torna a parlare del Meridione dopo il grande successo riscosso da Terroni, narrazione storica delle brutture che il Piemonte avrebbe compiuto ai danni del Sud durante il Risorgimento, nel quale viene denunciata l’origine mercenaria dei Mille ed esaltata l’efficienza della burocrazia borbonica, che lo stesso Cavour avrebbe definito <<un mirabile organismo finanziario>>. In questo nuovo libro, l’obiettivo è quello di presentare all’Italia, ed allo stesso Meridione, l’ultima cosmopolita generazione di giovani, cresciuti in un’Europa senza frontiere, l’Europa della moneta unica e dei viaggi low cost, che vede possibilità di futuro nella propria regione, recuperandone i valori e la storia da tempo taciuta e, talvolta, derisa. <<Insomma: ( i giovani) guardano alla propria terra come farebbe uno straniero, vedendo quello a cui non si faceva caso, perché c’è da sempre>> scrive Pino Aprile. Numerosi gli episodi reali, presenti nel libro, che l’autore ha riportato con linguaggio ironico, a tratti poetico, durante la presentazione alla Scuola velica, come la storia di Antonio Cucco Fiore che a ventiquattro anni, quando già viveva a Londra e lavorava nella City, il tempio della finanza, scoprì che il formaggio provolone, conosciuto nel mondo come pallone e mai commercializzato a dovere, nasce nel suo paese, Gravina di Puglia, al tempo dei Greci. Decide quindi di ritornare a casa, dove avvia una bottega online di prodotti caseari locali e tecnologici. Grazie al suo intervento il provolone, dopo esser diventato prodotto PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), adesso mira anche al DOP.
Nel corso della presentazione, il giornalista ha paragonato la condizione di impotenza del Sud Italia a quella delle popolazioni del Sud America e, ritenendo che il periodo di assenza di reazioni sia terminato per il Meridione, ha citato il Faraone Amenemhat, il quale nel 1996 a.c. espose il proprio programma di governo in versi, esortando i sudditi a lottare per la felicità con la stessa intensità con cui gli uomini poveri lottano per il pane.
Chiare le parole del Sindaco che durante il suo intervento si è pronunciato anche rispetto al rapporto con il Nord:« Il nostro è un Sud non antisettentrionale, che rispetta i popoli e nei momenti di maggiore difficoltà ha dato il meglio di sé».
«Vedo delle energie importanti – ha proseguito De Magistris - e molto del cambiamento del nostro Paese passerà dal racconto, dalla narrazione, dalla poesia, dalla musica. La borghesia mafiosa, i poteri forti si alimentano del silenzio, del conformismo e degli indifferenti».
Scrive ancora Aprile: <<Questo sento e avverto di conoscere, del mio Sud. E spero di riuscire a porgerlo, senza forzare, né diminuire. Sapere di noi, chiunque noi siamo, ovunque siamo, è opera collettiva. Queste sono le mie forze; questo il mio mattone (termine disgraziatissimo che non si dovrebbe mai usare per un libro…), per il muro della casa che si costruisce insieme.>>