Finalmente nelle sale italiane. Molto forte incredibilmente vicino. E’ una storia che deve il suo successo alla fantastica sequenza di quelle toccanti parole scritte dal talentuoso Jonathan Safran Foer. Provare a tradurre in scene quel commovente racconto, sperando di ottenere lo stesso risultato, è tutt’altro che un semplice lavoro. Un film che pecca d’originalità, una storia che dimentica importanti intrecci, trascura amabili particolari e banalizza apparentemente un rapporto profondo e complicato che andrebbe invece affrontato con una diversa e più intensa capacità cinematografica. Stephen Daldry, regista di indubbia bravura, tenta dunque, con scarso successo, di riprodurre l’appassionante storia di un bambino che perde il suo caro papà nel tragico attentato alle Torri Gemelle. Un giorno che segnerà per sempre il cammino del povero Thomas. Un giorno che trascina con sé terribili vuoti; forte la paura di affrontare anche le cose più semplici. Un bambino costretto dal più brutto dei giorni a trasformare il suo gioco nell’unica possibile via di fuga da quel dolore che, senza alcun preavviso, ha ormai preso possesso di ogni parte del suo esile corpo. Giorni che gli concedono l’amabile conoscenza del nonno mai vissuto. Tempo calcolato per non perdere un solo minuto per scoprire l’ultimo messaggio che credeva il padre gli avesse lasciato. Affrontare quel tempo, che separa il gioco spensierato dal dolore più atroce, non è facile racconto. Otto minuti, sono un tempo ragionevole. Interpretato da Tom Hanks, Sandra Bullock e dallo strepitoso Max Von Sydow, candidato al premio oscar come attore non protagonista. Un film, da vedere senza grandi aspettative, che ha commosso alcuni e deluso tanti.
Leggi anche la recensione del libro da cui è tratto il film:
http://cittadelmonte.info/2012/06/04/molto-forte-incredibilmente-vicino/