Venerdi 25 novembre, presso la Sala degli angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa, alla presenza di numerosi esponenti delle istituzioni e del mondo accademico, ha avuto luogo la cerimonia conclusiva del progetto Beni in comune, che ha visto la partecipazione di numerosi giovani ricercatori e professionisti ad un master dedicato alla promozione, alla valorizzazione e al riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Principali promotori dell’iniziativa Anci Campania e la Fondazione Pol.i.s., i cui rispettivi leader hanno esordito ponendo un forte accento sulla necessità di sinergia fra i Comuni campani – ma non solo – per sconfiggere la camorra, colpendone il patrimonio.
« Abbiamo deciso di collocare al termine di questa giornata una riflessione intorno ai saperi e talenti che dall’esperienza del Master appena terminato sono emersi » ha affermato in apertura il presidente della Fondazione Pol.i.s. Enrico Tedesco.
L’organizzazione coopera da tempo con Anci Campania, una cui fitta rappresentanza era presente alla cerimonia, a partire dal neo presidente Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici, fino al suo immediato predecessore nonché ex primo cittadino di Ercolano, Nino Daniele.
« C’è ancora una grossa quantità di potenziale inespresso – ha dichiarato Cuomo – e per tali motivi i Comuni necessitano di questi giovani tecnici per dare un ulteriore apporto a questo progetto di riqualificazione dei patrimoni mafiosi. Si stima attualmente solo in Campania che, su circa mille beni d’ogni genere – ma soprattutto immobili – confiscati alle cosche, 878 sono effettivamente restituiti alla collettività ».
Parole molto incisive quelle del sindaco di Portici, artefice nel suo comune di un grande successo con l’opera di recupero di villa Fernandez. Ben venga dunque la creazione di una short-list di giovani professionisti a livello nazionale, come auspicato dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie. Lo sostiene, tra gli altri, l’assessore regionale ai rapporti con le autonomie locali Pasquale Sommese, intervenuto nel dibattito.
« Senza un valido apporto delle istituzioni e delle associazioni (…), i nostri sforzi saranno vani. Quindi bisogna sfruttare maggiormente questi fondi europei (fondi FSE e FAS da impiegare nel finanziamento di progetti antimafia e di educazione alla legalità, ndr) dal momento che il progetto Più Europa in determinate aree stenta a decollare »: è quanto sostenuto dal senatore Franco Malvano, personalità di spicco nel contrasto alla criminalità organizzata da quando, in qualità di questore di Napoli, intraprese anni fa una dura lotta contro i clan camorristici.