“Signore e Signori, si spengono le luci e si apre il sipario…che la favola abbia inizio!” Inaugurata al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger, dal 21 settembre 2019 al 21 giugno 2020, promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, con il Teatro di San Carlo di Napoli, in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e la produzione e organizzazione della casa editrice Electa. Dedicata al maestro Roberto de Simone, a metà strada tra la messa in scena di un’opera e un racconto storico, la si può definire come una festa, una favola che celebra l’unità delle arti e racconta le avventure degli eroi dell’opera del Teatro di San Carlo che, stanchi delle storie di finzione dei libretti d’opera, fuggono dal Teatro per incontrare la vera storia a Capodimonte.
La mostra – È una sintesi di tutte le arti: le 19 sale dell’Appartamento Reale sono riproposte in una spettacolare e coinvolgente scenografia, ideata dall’artista Hubert le Gall. Un’esposizione con oltre 1000 oggetti, oltre 300 porcellane delle collezioni delle Reali Fabbriche di Capodimonte e Napoli, di altre manifatture europee e pezzi originali cinesi, più di 150 costumi del Teatro di San Carlo con firme prestigiose (Ungaro, Odette Nicoletti, Giusi Giustino e altri), strumenti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di arredo, minerali e animali tassidermizzatioggi conservati rispettivamente nel Museo Mineralogico e nel Museo Zoologico di Napoli. Vero conduttore della mostra è la musica, che il visitatore può ascoltare grazie all’uso di cuffie dinamiche, che si attivano passando di sala in sala. L’allestimento racconta la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli di Ferdinando II, come una favola, con il susseguirsi di scene della vita quotidiana caratterizzate da estrema raffinatezza estetica e gioia esistenziale ma che hanno come sottofondo il passaggio del potere, i cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici.
Le sale della mostra – Le note dello Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi, commovente pianto di una madre per il figlio morto, composto per la Pasqua del 1736, si sposano con i preziosi manufatti sacri esposti, come il grande Ciborio seicentesco della chiesa di Santa Patrizia, il Corredo d’altare in porcellana bianca, destinato all’oratorio segreto del re nel Palazzo reale di Portici, e l’Immacolata Concezione, raro esemplare a soggetto religioso della manifattura; sala della Musica Profana: un omaggio a Napoli capitale della musica: gli strumenti musicali provenienti dal Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli sono messi a confronto con un dipinto di Gaspare Traversi e un quadro di Louis Nicolas Lemasle raffigurante le Nozze della principessa Maria Carolina di Borbone con il duca di Berry, del 1816; sala del Potere: viene rappresentato il ritorno dall’esilio in Sicilia del re Borbone, con il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie, qui immortalato come in un’istantanea nel tentativo di coprire il ritratto dell’imperatore Napoleone con la bandiera borbonica; sala del Grand Tour: presenti sculture di Righetti, biscuit di Tagliolini, bronzetti della fonderia Chiurazzi, terraglie e porcellane Del Vecchio e Giustiniani, vasi archeologici della collezione De Ciccio; sala dell’Egittomania: piramidi, obelischi, divinità e faraoni diventano elementi decorativi ricorrenti nella porcellana e negli arredi in generale; sala delle Chinoiseries: messa in scena l’Europa del XVIII secolo e il crescente interesse per i mondi esotici, esposto il boudoir donato, nel 1759, dal re Carlo alla consorte Maria Amalia di Sassonia; sala della Materia: in esposizione minerali provenienti dal Real Museo Mineralogico – inaugurato nel 1801 che oggi raccoglie oltre 30.000 reperti – e dal Museo Zoologico nato nel 1813; sala della Natura: presenti in esemplari tassidermizzati provenienti dal Museo Zoologico dell’Università Federico II di Napoli. Il soggetto degli animali e, soprattutto, quello degli uccelli, trova largo spazio nella decorazione delle porcellane europee e napoletane qui presentate a diretto contatto con i modelli; sala dell’Eruzione: protagonista il Vesuvio, narrato in pittura nelle sue più importanti eruzioni e testimoniato dai reperti minerari esposti. Le porcellane, quasi in rivalità con la natura, da una parte imitano la materia mineraria, dall’altra illustrano il sublime del Vesuvio. Musica di Giovanni Pacini dedicata a L’ultimo giorno di Pompei; sala dei Pulcinella: Qui, pulcinella, con il suo ermafroditismo, sovverte la rigida e tradizionale organizzazione sociale e sessuale e, autofecondandosi, partorisce altri Pulcinella: il trionfo ironico della vita. Pulcinella muore sulla scena – come si vede nella pellicola in proiezione “Carosello napoletano” del 1958 – e passa la maschera, come succede per la Corona reale; sala della Caduta dei Giganti: in questo caso, il soggetto mitologico raffigurato, la Caduta dei Giganti, trova una particolare declinazione politica; sala del Gioco d’azzardo e del destino: se il popolo spende il suo denaro al gioco del lotto, negli ambienti nobili si dilapidano patrimoni con scacchi e dame, carte, tris, roulettes e tric-trac, giochi particolarmente amati come testimoniano i tavoli e le scatole da gioco di squisita fattura; galleria del Servizio dell’Oca: in questa galleria spicca il Servizio dell’Oca, capolavoro della Real Fabbrica della porcellana di Napoli; sala Miseria e nobiltà: si sottolinea il complesso rapporto che si stabilisce a Napoli tra classi sociali diverse e più in generale il sentimento di vivere della corte e della plebe rumorosa, dei lazzari che non rinunciano ad adornarsi e a sedurre. Ne traccia un quadro straordinario l’opera di Paisiello L’Osteria di Marechiaro; sala della Parrucca: tra le corti d’Europa si diffonde il vezzo della moda: una passione per parrucche, orologi, tabacchiere, bastoni e ventagli. In sala, costumi di Odette Nicoletti realizzati per Festa Teatrale, andato in scena nel 1987 in occasione della celebrazione del 250° anniversario del Teatro di San Carlo; Sala della Cullachiude la mostra una videoinstallazionedell’artista Stefano Gargiulo / Kaos Produzioni5, in cui le immagini della Napoli di ieri e di oggi si fondono con le scene delle principali opere tratte dall’archivio storico del Teatro di San Carlo e con quelle di Capodimonte, reggia e museo, sintesi di quella Napoli del Settecento ancora capitale delle arti.