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Nasce il Museo Permanente del Presepe

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Quel che si fa per propria soddisfazione tutto è perduto (Sant’Alfonso Maria dei Liguori).  Introdotte dalle note di Quann nascett ninno, inaugurato il 29 novembre, il Museo Permanente del Presepe a Napoli, nella basilica di San Paolo Maggiore. Nato da una idea progettuale del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, insieme al magistrato Ugo Ricciardi, realizzato e gestito dalla fondazione nascente Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.

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Il Museo – Sarà aperto e operativo tutto l’anno e ospiterà le più importanti opere di arte presepiale napoletana, provenienti da tutto il mondo e accuratamente selezionate da un Comitato tecnico – scientifico, presieduto dal dottor Carlo Alemi, già presidente del Tribunale di Napoli. Scopo di valorizzare l’arte presepiale, favorire tutto ciò che può essere interpretato come attività museale, e creare una sinergia tra istituzioni pubbliche ed enti privati.

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La Fondazione  – Con sede presso la basilica, nasce dalla sinergia e dalla cooperazione tra la Diocesi di Napoli ed alcuni esponenti della magistratura, intende essere un simbolo ed uno stimolo per il recupero dei valori  dell’arte, della cultura e della tradizione  di cui è antica e consolidata espressione il presepe napoletano, da tramandare e affidare alle nuove  generazioni. Ugo Ricciardi, magistrato, sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, già coordinatore scientifico della associazione culturale Arycanda, ne è il fondatore; il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, è il fondatore e presidente onorario. Il consiglio di amministrazione si compone del presidente Antonello Di Rienzo, della vicepresidente Liliana Del Vaglio, di monsignore Adolfo Russo, e del  tesoriere Rosario Bianco e  Rosa Ippolito, quale responsabile della segreteria.

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La Basilica – Dove ora è situata, un tempo sorgeva il tempio dedicato ai Dioscuri, risalente al I secolo d.C., le cui rovine rimasero visibili fino al 1688 quando un terremoto le fece crollare. La prima chiesa dedicata a San Paolo venne costruita tra l’VIII e il IX secolo proprio alle spalle del tempio, in segno di ringraziamento per la vittoria sui SaraceniA partire dal seicento, diversi abbellimenti ristrutturanti interessarono la basilica, ad opera degli architetti Francesco Grimaldi e Giovan Battista Cavagna. L’interno a croce latina è a tre navate con cappelle laterali. Nella volta, divisa a vari scomparti, si ammirano gli affreschi di Massimo Stanzione, raffiguranti le gesta degli apostoli Pietro e Paolo. Mirabili sono gli affreschi del Solimena nella Sacrestia, con scene della Conversione di San Paolo, la Caduta di Simon Mago e le Virtù. Rettore attuale è padre Carmine Mazza.

Il presepe inaugurante – E’ quello allestito in piazza San Pietro nel Natale del 2013, dall’artista napoletano, o artigiano, come egli stesso preferisce essere nominato, Antonio Cantone e donato dalla diocesi di Napoli a Papa Francesco, il quale successivamente ha voluto ridonarlo alla stessa Diocesi perché diventasse opera/lievito del nascente Museo. La scenografia allestita  è di Patrizio Petito. Antonio Cantone, pur preservando la dinamicità e le espressioni facciali che da sempre hanno contraddistinto i pastori napoletani, qui ne hanno elevato l’altezza passando dai trenta centimetri ai due metri. I personaggi rappresentati, se da un lato simbolizzano tutte le classi sociali, dall’altro rimarcheranno anche le fasi della crescita, partendo dal bambino e arrivando fino all’anziano. Ed è così che possiamo ammirare: San Giuseppe con la Vergine Maria e il Bambino Gesù; uno zampognaro con un uomo che suona la ciaramella; i Re Magi; due rustici, di cui uno con cappuccio; un nobile orientale; un povero; una donna anziana ed una zingara che si converte dinnanzi al Bambino Gesù; una bambina nobile accompagnata da una giovane e un bambino rustico. Le statue hanno la testa, le mani e i piedi di terracotta policroma e gli occhi in cristallo; il corpo è in sezioni di ferro saldate e gomma piuma, rivestiti con abiti ispirati a quelli tipici del settecento napoletano, in tessuto, trattati e confezionati a mano.

Emozionato e commosso il presidente della fondazione, Antonello di Rienzo: <<È la realizzazione di un sogno fortemente voluto dal fondatore Ugo Ricciardi, e dal cardinale Sepe. Un progetto per la città e per i giovani, per recuperare un senso religioso e aggregativo,  senza differenze sociali.>>  Il cardinale Sepe, orgoglioso per la realizzazione finalmente avvenuta, a lungo attesa, così ne fa dichiarazione: <<Napoli, la capitale assoluta del presepe, che ne ha diffuso cultura e religiosità nel mondo.Era assurdo che proprio la città partenopea, patria del presepe, non avesse un museo permanente. Ora è il momento di far capire che tale realtà non è solo attrazione turistica ma detiene una simbologia importante, è la rappresentazione sacra della famiglia. Il presepe fa parte di quelle virtuosità, di quelle eccellenze napoletane che, grazie a Dio, si tramandano di padre in figlio: un artigianato che trova un terreno molto fertile; e che rappresenta l’impegno, l’inventiva, la cultura, quella umanità che è tipica proprio del nostro popolo. Il presepe, strumento di evangelizzazione, radicamento della realtà. Il mio augurio è il proseguire con questo museo  fino alla fine dei secoli, nel senso completo del permanente, così come è la stessa reincarnazione di Cristo. E che a Maronna c’accumpagne!>>