La magia che accompagna la città di Napoli questa volta è protagonista non di una storia spettrale ma di una leggenda d’amore nata all’ombra delle dorate spiagge della nostra città. Il nome della protagonista è Parthenope, che in greco significa Vergine. Aveva gli occhi neri, la carnagione candida e un corpo affascinante; amava trascorrere giorni interi seduta sugli scogli a contemplare il mare, incurante del vento che le spostava i capelli o del rumore delle onde; guardava con sguardo fiero verso l’orizzonte per farsi trasportare dalla fantasia altrove, verso terre inesplorate. Solo un pensiero poteva distoglierla, quello rivolto al suo amato Cimone. Tra i due amanti il rapporto era tormentato e ostacolato dal padre di Parthenope, il quale aveva promesso la figlia ad Eumone. Così i due giovani innamorati decisero di fuggire per vivere un amore non più tormentato. I due amanti giunsero nella nostra terra popolando ogni luogo con il loro amore, dalle bellissime colline di Poggioreale e Posillipo fino ai vulcanici lidi flegrei, dando origine così come racconta la leggenda alla nostra Napoli. Da quel momento la notizia di un luogo ameno dove condurre una vita tranquilla si diffuse ovunque, dalla Grecia all’Egitto fino alla Fenicia, da dove giunsero popoli con i loro averi e le loro usanze e iniziarono a colonizzare questa splendida terra di cui Parthenope era la madre. Non sappiamo con certezza dove sia la tomba e il corpo di Parthenope: alcuni pensano che sia stato trasportato dalle onde tra gli scogli dell’isolotto di Megaride, altri invece che sia a San Giovanni Maggiore, un tempo luogo toccato dal mare, oppure che sia stata seppellita verso la campagna sull’altura di Sant’Aniello. La celebre scrittrice Matilde Serao, invece, credeva nella immortalità di Parthenope, come ci rivelano queste sue parole: <<Ella vive splendida, giovane e bella da cinquemila anni. Ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. E’ lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo d’arancio;è lei che fa fosforeggiare il mare. […] Quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra ,è lei,col suo amante. […] Quando un fruscio di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena. […] E’ lei che fa impazzire la città. […] Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba è immortale, è l’amore. >>