Perché le religioni a scuola?
Competenze, buone pratiche e laicità.
Emi
pp. 171
€ 12,00
<<Perché le religioni a scuola?>>. Potrebbe essere una domanda realmente appropriata ai giorni nostri, è il tema del convegno primaverile promosso dal CEM (centro educazione alla Mondialità) di Brescia il 9 aprile 2011, ed è certamente una questione adatta alle problematiche, alle diversità, all’educazione e all’evolversi che la nostra cultura, il nostro fare, il nostro tempo crea e sopporta. Ma <<Quel che potrebbe essere>> e <<quel che è>> non possono e non devono dare origine a una distratta considerazione, la meritata attenzione che oggi ottiene Brunetto Salvarani e la sua decisione di intitolare il libro con questa chiara, ma complessa domanda. Una scelta certamente non casuale, né banale. Brunetto Salvarani, docente di Missiologia e Teologia del dialogo presso la facoltà dell’Emilia Romagna, affronta questo tema includendo nella prima parte del libro l’interessante collaborazione di altri esperti. Pone l’accento sulla privilegiata possibilità che ha il dialogo interreligioso di accordare, unire e riunire le diverse culture, evitando ed escludendo le orrende vicende razziali, xenofobe e vili che nascono ogni giorno non appena varcata la soglia dell’edificio scolastico. Se la scuola, come vuole la Costituzione della Repubblica Italiana, è luogo che ospita <<tutti>>, che insegna, onora e promuove la pacifica convivenza sociale, nel rispetto e nella tolleranza del prossimo, deve allora essere quel luogo da cui partono e si concretizzano le buone intenzioni e le giuste condotte. La scuola, luogo in cui ci si presenta, e bisogna farlo al meglio, luogo in cui si stringe la mano a tante culture e religioni diverse, luogo abitato da Cristiani e non, che devono rispettare e accettare i molteplici giudizi. Un tempo come il nostro, che premia, valuta, offre e pretende la condivisione di quella pluralità di etnie che il nostro mondo oggi possiede. Un libro che farà certamente riflettere, interrogherà le concrete convinzioni e metterà in discussione le abitudini di tutti.