“OGNUNO DI NOI HA TRE VITE: QUELLA PRIVATA, LA PUBBLICA E…QUELLA SEGRETA” GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Quattro coppie più un single a cena, la padrona di casa ha un’ideona: rendere pubbliche le telefonate e gli sms della serata. Ognuno si crede trasparente e il gioco può cominciare… Questo film (ITA, 16) ha conciliato buone recensioni e gradimento del pubblico, benché sia “parlato”-brillante e con elementi drammatici. Tutti intuiamo che quel “device” che teniamo in tasca ci è diventato imprescindibile. L’idea centrale, il soggetto, è del regista Paolo Genovese, anche cosceneggiatore. Ha riflettuto su un’attitudine sociale diffusa e l’ha resa al modo della classica, storica commedia all’italiana. Affrontandola con lo stesso tipo di considerazione briosa e “cattiva”. Si è circondato di un manipolo di eccellenti sceneggiatori. In questo, come ha dichiarato, ha fatto proprio uno dei dettami di quel periodo: la collaborazione a più voci. Che, con interventi attenti, spesso minuziosi di dialogo, hanno ben diversificato le dinamiche di coppia, palesi e nascoste, all’interno di una considerazione individuale. Ed è stata giocata su una pimpante coralità ben orchestrata. Per aumentarne l’empatia , è stato girato in tempo reale e in una location unica. E’ da sottolineare che il casting è stato esemplare. Gli attori, oltre che efficaci, sono facce da ruolo azzeccatissime: M. Giallini, K. Smutniak; E. Leo, A. Rohrwacher; V. Mastandrea, A. Foglietta; G. Battiston. Quella cena è lo spaccato di un’Italia possibile. Molto significativo è il lavoro sia di illuminazione che di montaggio. Ma la vera genialata è il sottofinale, quando la serata “finisce”: dal violento conflitto che pone col precedente, ci fa riflettere su quali distorsioni, il conformismo, di relazioni e affettivo, apra sulla nostra vita, sociale e individuale.