Benedetto XVI per la 43^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali:
"Nuove tecnologie, nuove relazioni.
Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia."
di Antonio Colasanto
Mentre il Papa si affacciava per la prima volta sul sito You Tube, ove è possibile d’ora in avanti vederlo e ascoltarne la parola, contemporaneamente, in sala stampa vaticana, veniva presentato il Messaggio per la 43^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Un documento col quale Benedetto XVI si è rivolto in particolare alla “generazione digitale”, ai giovani, perché s’impegnino ad evangelizzare quel "vero dono per l’umanità" che è Internet, rendendo la rete un luogo capace di promuovere i grandi valori dell’esistenza umana.
“ Desidero incoraggiare tutte le persone di buona volontà, attive nel mondo emergente della comunicazione digitale, perché si impegnino nel promuovere una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia” Questo in sintesi il pensiero del Papa espresso con il suo Messaggio che quest’anno ha per tema proprio ”Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”.
Il Papa, guardando a coloro che fanno parte della cosiddetta “generazione digitale” ha esortato quanti operano nel settore della produzione e diffusione di contenuti dei nuovi media ad impegnarsi per il rispetto della dignità e del valore della persona umana ed ha ricordato con chiarezza che se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società “quanti ne usano devono evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi.”
Le innovazioni tecnologiche, l’aggiornamento e lo sviluppo degli strumenti, la molteplicità dei canali attraverso i quali è possibile inviare in tempo reale parole e immagini in luoghi lontani del mondo non costituiscono, infatti, solo passi in avanti ma, com’è stato osservato, creano nuove possibilità perché gli uomini se ne possano servire per il bene comune. I giovani, in particolare, hanno colto l’enorme potenziale dei nuovi strumenti nel favorire la connessione, la comunicazione e la comprensione tra individui e comunità e li utilizzano:
- per comunicare con i propri amici
- per incontrarne di nuovi
- per creare comunità e reti
- per cercare informazioni e notizie
- per condividere le proprie idee e opinioni.
Molti benefici derivano da questa nuova cultura della comunicazione:
- le famiglie possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze
- gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi.
Inoltre il Papa ha ricordato che la natura interattiva dei nuovi media facilita forme più dinamiche di apprendimento e di comunicazione, che contribuiscono al progresso sociale.
“Le nuove tecnologie hanno anche aperto la strada al dialogo tra persone di differenti paesi, culture e religioni. La nuova arena digitale – ha scritto Benedetto XVI - il cosiddetto cyberspace, permette di incontrarsi e di conoscere i valori e le tradizioni degli altri. Simili incontri, tuttavia, per essere fecondi, richiedono forme oneste e corrette di espressione insieme ad un ascolto attento e rispettoso. Il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello…Occorre non lasciarsi ingannare da quanti cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità.”
Il Papa, poi, riferendosi al concetto di amicizia, che gode di un rinnovato rilancio nel vocabolario dei cybernauti, ha ricordato che tale concetto costituisce una delle più nobili conquiste della cultura perchè attraverso le nostre amicizie cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani.
L’amicizia e l’esperienza dell’amicizia non possono correre il rischio di essere banalizzate. E’ vero che si creano nuove relazioni, nuove amicizie, ma c’è il rischio che si tratti di amicizie virtuali che piano piano fanno perdere il rapporto reale con la comunità, con le persone che stanno intorno.
“L’amicizia è un grande bene umano, ma sarebbe svuotato del suo valore, se fosse considerato fine a se stesso. Gli amici devono sostenersi e incoraggiarsi l’un l’altro nello sviluppare i loro doni e talenti e nel metterli al servizio della comunità umana. In questo contesto, è gratificante vedere l’emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione.Sarebbe un grave danno per il futuro dell’umanità – ha affermato Papa Benedetto - se i nuovi strumenti della comunicazione, che permettono di condividere sapere e informazioni in maniera più rapida e efficace, non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati o se contribuissero solo a incrementare il divario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno sviluppando al servizio dell’informazione e della socializzazione umana.”
Infine il Papa si è rivolto ai giovani cattolici e li ha esortati, con un efficace paragone, a portare nel mondo digitale, in questo sterminato continente, la testimonianza della fede: “Nei primi tempi della Chiesa, gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo.”
Ed ecco la consegna che il Papa ha fatto ai giovani dell’era digitale: “Sappiate farvi carico con entusiasmo dell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei! Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la "buona novella" di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità. Il cuore umano anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità e dove l’identità di ciascuno sia realizzata in una comunione rispettosa. A queste attese la fede può dare risposta: siatene gli araldi! Il Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua benedizione.”
Una nostra breve considerazione.
Il magistero è dunque costante, limpido e non consente equivoci.
La comunicazione, con l’avvento delle nuove tecnologie, è entrata in ogni aspetto della vita, perciò non può più essere considerata come un servizio marginale, secondario e il suo sviluppo non può essere lasciato al caso. Infatti i nuovi media ampliando le possibilità comunicative e relazionali possono contribuire a un nuovo umanesimo o generare una drammatica alienazione dell’ uomo (Cfr. Comunicazione e missione ne il direttorio della Cei).
E’ necessario che si formi e si diffonda una mentalità della comunicazione sia tra i responsabili dell’azione pastorale che tra i componenti della comunità ecclesiale.
Non è una semplice questione di attenzione alle opportunità date dalla tecnologia, ma è questione di annunciare il Vangelo oggi, con il linguaggio di oggi e con i mezzi di oggi.