Figura sempre circondata da un’alea di mistero e curiosità è quella di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Noto per il grande acume, tanto da essere considerato in gioventù un genio, era appassionato di scienze, arte, letteratura. Prima di parlar dei misteri che si celano dietro questo nome, è necessario fornire al lettore alcuni cenni biografici. Raimondo nacque a Torremaggiore nel 1710. Fu sfortunato da bambino, perché la madre, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morì poco dopo la sua nascita. Il padre, invece, per alcuni misfatti compiuti, fu costretto a lasciare il suo paese e a trasferirsi a Roma, città nella quale prese i voti, rinchiudendosi in convento. Raimondo così fu allevato dai nonni paterni, grazie ai quali acquistò il titolo di VII Principe di Sansevero. A Napoli la famiglia di Sangro alloggiava a piazza San Domenico maggiore e in quei dintorni, precisamente a via Francesco de Sanctis, è ancora oggi ubicata la loro cappella funebre, nella quale è custodita un opera di impareggiabile bellezza, il cosiddetto Cristo velato ( Giuseppe Sanmartino 1753). Il principe di Sangro, per intelletto e capacità, era considerato dal popolo napoletano e dalla ignorante borghesia dell’epoca uno stregone, motivo per il quale le leggende si sono sempre sprecate riguardo alla sua persona. Le storie sulla sua attività di alchimista sono numerose. Si narra che il principe si fece tagliare a pezzi da un suo servo per poi farsi riporre in una cassa, dicendo che, riaprendo questa dopo un periodo da lui stabilito, sarebbe resuscitato. Purtroppo i familiari non erano a conoscenza della decorrenza del tempo e aprirono in anticipo la cassa, provocando una non perfetta ricomposizione del corpo del principe e di conseguenza la sua definitiva morte. Questa è solo una delle tante credenze che circondano il nobiluomo. Si narra, infatti, che dalla pelle e dalle ossa di sette cardinali creò altrettante sedie. Ma chi fosse affascinato non solo dal velo esoterico presente nella vita del principe, ma anche dalle attività scientifiche ed artistiche, deve assolutamente visitare la Cappella della famiglia di Sangro. E’ stata interessante la scoperta nei suoi sotterranei di due scheletri, un uomo e una donna, caratterizzati da un particolare alquanto bizzarro: entrambi sono ricoperti ancora del sistema venoso e arterioso ed hanno alcuni organi . Sono varie le tesi riguardo la perfetta conservazione di questi resti mortali. La prima è che il principe fu aiutato da un medico anatomista che ricostruì il sistema arterioso-venoso con cera d’api e altre sostanze. La seconda, invece, sostiene che fu lo stesso Raimondo di Sangro a compiere il fatto grazie alle sue conoscenze scientifiche ed alchemiche. Voci di popolo affermano che durante alcune notti di luna piena, per le vie del centro storico di Napoli, si sentono i rumori di una carrozza (quella di Raimondo?), che sembra interrompere la propria corsa proprio davanti a quella che fu la residenza del principe. In ogni caso, la storia del di Sangro è probabilmente solo un lampante esempio di quanto possano arrivare a partorire la superstizione e l’ignoranza del basso popolo, il quale finisce con l’attribuire torbide faccende e orridi delitti ad un uomo colpevole soltanto di possedere un intelligenza fuori dal normale.