Nel Real Bosco di Capodimonte la Chiesa di San Gennaro, aperta ed eccezionalmente visitabile per le domeniche di maggio. Un mese da ricordare per il parco sulla collina di Capodimonte a Napoli, con splendide giornate di sole che stanno rendendo le visite domenicali di napoletani e turisti momenti belli da ricordare. Inserito negli eventi de “Il maggio dei monumenti”, per tutti, ma soltanto ancora per l’ultima domenica, del 29 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 13.30, la possibilità di visitare la Chiesa di San Gennaro, piccolo gioiello ubicato all’interno del bosco, in fondo ad uno dei viali principali, accanto alla Real Fabbrica della Porcellana; visite gratuite con approfondimenti a cura degli Addetti ai Servizi Educativi del Museo e del Real Bosco di Capodimonte. Vincitore della XII edizione di “Il parco più bello d’Italia”, concorso che premia le bellezze verdi italiane, il parco si estende per bel oltre un centinaio di ettari, ed è lo spazio verde più grande dell’intera città. Progettato dall’architetto Ferdinando Sanfelice nel 1734, era considerato la riserva di caccia di Carlo di Borbone.
Fu proprio il regnante, particolarmente devoto al santo napoletano, a volere la costruzione della piccola chiesetta, “semplice e modesta come quello che era destinato a gente campereccia e dedita a lavori mercenari che vi abitava”. Fu così che, nel 1745, Ferdinando Sanfelice, uno degli architetti più creativi del Settecento napoletano, fu incaricato alla sua costruzione.
Sia per personali ricordi d’infanzia che per l’eccezionalità dell’evento, ho scelto di recarmi in una domenica di maggio, sui luoghi, per ammirare personalmente quanto magistralmente restaurato. Chi ha avuto la fortuna di vivere nel bosco di Capodimonte, ai tempi in cui la Real Fabbrica della Porcellana era adibita ad abitazione delle famiglie dei dipendenti della Sopraintendenza ai monumenti, ricorda che quella Chiesa era la “loro parrocchia” in cui si svolgevano celebrazioni eucaristiche domenicali e attività religiose. Era il punto di ritrovo di tutti i bambini, il parroco era l’amico di famiglia, guidava ed educava i piccoli secondo i valori cristiani, e gli stessi si sentivano talmente coinvolti e partecipi, da emulare le celebrazioni eucaristiche che si svolgevano nella Chiesa, finanche nelle loro case. Nella Chiesa di San Gennaro, matrimoni e prime comunioni, in un clima di gioia e festa, come in una favola.
E così, dopo una splendida passeggiata tra il verde degli alberi, tra il suono del canto degli uccelli, insieme a gruppi di turisti e napoletani, come in processione per il viale alberato del bosco, mi son trovata di fronte alla piccola chiesetta, tanto piccola ma tanto graziosa: un semplice edificio con tetto a capanna, con la facciata ripartita da ornamenti e da un piccolo campanile nella parte posteriore. L’interno, a seguito dei rifacimenti, ancora più luminoso, ma sobrio, si sviluppa su pianta ellittica, con due grandi finestre ovali, una cantoria e raffinate decorazioni on stucco alle pareti. Il pavimento è in cotto e maioliche e l’ altare maggiore in marmo scolpito e intarsiato, con al centro la grande tela con San Gennaro in Gloria, attribuita a Leonardo Olivieri (1689-1752), pittore allievo di Francesco Solimena. Ai lati dell’altare, in due delle quattro nicchie predisposte dall’architetto, le statue in gesso dei santi Carlo Borromeo e Amalia, un tempo affiancata da quelle di Sant’Elisabetta e San Filippo, oggi disperse. All’esterno della Chiesa, sulla sinistra della facciata, una scalinata conduce a un’area sottostante, dove è collocata la Terrasanta, decorata con affreschi di un anonimo pittore del XVIII secolo. Gli arredi interni, in legno, provengono probabilmente dalla Chiesa di San Clemente dell’Eremo dei Cappuccini, essendo documentato il trasferimento di suppellettile ed arredi sacri nella parrocchia di San Gennaro, alla soppressione del convento nel 1865.
Ancora una domenica di tempo, quella del 29 maggio prossimo, per visitare la Chiesa del Bosco di Capodimonte; credetemi, se ne uscirà con una sensazione di beatitudine rara e preziosa.