Scacco allo zar. 1908-1910 : Lenin a Capri, genesi della Rivoluzione.
Gennaro Sangiuliano
Edizioni Le Scie – Mondadori.
17,50 euro
Un titolo emblematico per un’opera rivelatrice dei tanti lati oscuri della rivoluzione russa del 1917. L’autore Gennaro Sangiuliano – giornalista nonché vicedirettore del Tg1 – nell’opera presentata a Sorrento lo scorso 24 luglio mette in risalto alcuni aspetti inediti della personalità di spicco del socialismo sovietico : Vladimir Il’ic Ulianov, in arte Lenin. Un contesto, quello dell’isola di Capri di inizio ‘900, che lascia di stucco chi, avendo studiato a scuola le gesta della rivoluzione di ottobre (1917) teorizzate nelle celebri Tesi di aprile, aveva del capo bolscevico russo una certa idea. Da questa pubblicazione sui retroscena della trappola tesa allo zar di Russia, Nicola II Romanov, il leader socialista sovietico ne esce senza dubbio ridimensionato. Se non altro per i particolari del suo carattere, a tratti irascibile e addirittura snob verso alcuni suoi compagni ritenuti eretici, che vengono fuori dalla narrazione dei due viaggi di Lenin a Capri (1908 e 1910).
La genesi della rivoluzione non è affatto scontata né partorita in anguste dimore della fredda Russia. I leader del movimento bolscevico (fazione più estremista del Partito socialdemocratico russo dei primi del ‘900 – ndr) avrebbero tramato per anni a scapito della potenza zarista. Sull’isola azzurra nacque una vera e propria Scuola socialista, opposta però a quella parigina diretta da Lenin e motivo dei suoi due viaggi a Capri.
Da documenti segretissimi dell’intelligence britannica e dell’archivio sovietico vengono fuori alcuni lati oscuri riguardanti la nascita del comunismo. L’intrigo internazionale dell’epoca era difatti un perfetto piano ordito da servizi segreti, intellettuali e rivoluzionari violenti. La Germania, all’epoca Prussia, di inizio XX secolo era l’alleato su cui Lenin e compagni potevano contare per metter su la squadra che avrebbe rovesciato l’ordine in Russia, cacciando lo zar nel 1917 e instaurando il potere sei soviet. Il Kaiser prussiano Guglielmo II di Hohenzollern compare nel libro come l’alleato naturale dei bolscevichi per contrastare l’espansionismo dello zar. Intenso fu l’apporto tedesco per favorire la propaganda della stampa proletaria e il giro di denaro a livello europeo.
Le partite a scacchi fra Lenin e il suo rivale nel partito, Bogdanov, accompagnate da piacevoli momenti di pace e immersione nella tranquilla vita caprese di inizio ‘900 sono il filo conduttore dell’intricata vicenda. Un Lenin che da fuggiasco – esule prima in Finlandia poi in Svizzera, per approdare infine a Parigi – si mostra al lettore anche nella sua versione più morbida. Particolari sulla sua vita di coppia e le sue relazioni clandestine con la francese Inessa fanno da contraltare all’alter ego del leader bolscevico. Un’immagine austera e cruda del teorico rivoluzionario emerge dal racconto delle rapine – chiamate “espropri”, che avrebbero finanziato i bolscevichi dal 1905 in poi – insieme all’amico georgiano Iosif Dzugasvili, ovvero Stalin. L’anima più dolce, catartica, del Lenin amante della musica e di Napoli, traspare invece dai resoconti dello scrittore russo Maksim Gorkij, dal fitto carteggio fra i due e dalla descrizione dei due soggiorni a Capri.
Intanto le potenze di Francia, Inghilterra e Russia zarista nella Triplice Intesa si contrapponevano alla Triplice Alleanza, che vedeva uniti Italia, Impero austro-ungarico e Germania, chi tollerando, chi appoggiando segretamente i rivoluzionari di Lenin. Il quadro di riferimento politico e storico che precede la rivoluzione bolscevica è dunque una fitta rete di alleanze e spionaggio, sullo sfondo delle vicende personali dei leader socialisti e con l’Italia giolittiana al centro di tutto.