Pensa alle lezioni di filosofia che seguiva all’università, quando era ancora in Nigeria. E, in particolare, alla filosofia di Darwin. Pensa al meccanismo della selezione naturale, meccanismo con cui avviene l’evoluzione delle specie e secondo cui, nell’ambito della diversità genetica delle popolazioni, si ha un progressivo (e cumulativo) aumento della frequenza degli individui con caratteristiche ottimali (fitness) per l’ambiente di vita. Pensa alle mutazioni genetiche casuali che possono portare certi individui ad avere caratteristiche più vantaggiose in date condizioni ambientali, determinandone, cioè, un vantaggio adattativo (migliore adattamento) in termini di sopravvivenza e riproduzione.Sulla base di questi pochi ricordi, cerca di spiegarsi la fiera delle vanità che scorre sotto i suoi occhi. Ma fa fatica. Fa fatica ad accettare che quella realtà sia il risultato di una lunga evoluzione, a meno che non vi sia, come spera Alì, un progetto finalisticamente orientato alla distruzione della razza umana. Qualora non vi sia questo disegno, può però sempre esservi un’estinzione di massa, come viene chiamata in gergo, in grado di riprodurre specie nuove ed eliminare quelle incapaci di adattarsi ai cambiamenti verificatisi più o meno casualmente. Alì si ritrova a sorridere perso tra questi pensieri mentre la prima cliente gli chiede se ha il dvd dell’Incredibile Hulk.
Alì dagli occhi azzurri si guarda attorno per capire dove può sistemare la propria mercanzia. Borse Prada, cd pirata di Mario Merola e Gigi D’Alessio, occhiali Carrera più originali degli originali, orecchini etnici e poster di Al Pacino/Scarface. È tutto sudato, la camicia gli si è incollata addosso fondendosi con la pelle e il pantalone, troppo largo, tende a cascare di continuo scoprendo slip neri con l’elastico consumato. Dopo vari giri a vuoto, trova un po’ di spazio sul Viale, vicino ad una cartoleria. Si sistema e si gode lo spettacolo offerto dagli attori/passanti. É un viavai di bambini isterici e ragazzine abbigliate da dive con vertiginose scollature e telefoni cellulari all’ultimo grido, casalinghe sull’orlo di una crisi di nervi che scarrozzano a destra e a manca, poppanti che portano già sui loro visi i segni della futura degenerazione/nullità. Venditori di panini e hot-dog, di materassi ortopedici e aspirapolvere ipertecnologici. Scarpette del Napoli, palloni con l’effige del Pocho Lavezzi. Bande di bulli e delinquenti di mezza tacca camminano tronfi e spavaldi, sicuri del loro regno di cartone, dei loro castelli di fumo. Adocchiano le "Carmele" e le "Marie" di turno che fanno già le fusa pensando ad un futuro fatto di mercedes SLK e marmo bianco, vestiti Gucci e vacanze a Sharm. Un corteo di maschere, insomma, caratterizzato da una incredibile varietà di tipi umani e animali pronti ad esaltare il Trimalcione di turno che ostenta le sue ricchezze in modo pacchiano: oro, argento e avorio. Alì si accende una sigaretta, una diana blu gentilmente offertagli da un senza tetto della Ferrovia. Aspira lunghe e lente boccate e intanto pensa.