«Ogni giorno sui giornali lo spazio che viene dato alle recensioni sembra diminuire sempre di più, perché?» E’ questa la domanda alla quale lo scorso martedì, presso il Ridotto dello storico teatro Mercadante, attori, spettatori e soprattutto critici hanno provato a rispondere. Il dibattito dal titolo Lo spazio della critica è stato organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival e dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Erano presenti Giulio Baffi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici del Teatro, Luca De Fusco (nella foto), direttore del Napoli Teatro Festival, Claudia Provvedini, critica del Corriere della Sera, Valeria Ottolenghi (La Gazzetta di Parma) e Giuseppe Liotta.
Il fenomeno dello spazio sottratto dai giornali alla critica teatrale non è internazionale ma ben radicato nella stampa italiana, trincerata dietro precise scelte editoriali. Drammatica è la rassegnazione con la quale il mondo del teatro tutto affronta tale tendenza.
«Forse il lavoro dei critici è diventato sempre più referenziale nei confronti dei registi e della compagnia» ha dichiarato De Fusco che ha tuttavia sottolineato il valore inestimabile dello spazio critico per la memoria della storia del teatro contemporaneo.
La situazione economica italiana stritola il settore ma, a detta dei relatori, nulla viene fatto per fronteggiare la situazione. Gli ultimi convegni riguardanti il ruolo e lo spazio della critica, organizzati dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro, risalgono a dieci anni fa, sebbene la questione sia di estrema attualità. Altro fattore non trascurabile è la tendenza del teatro contemporaneo di prestare maggiore attenzione all’incasso piuttosto che al valore artistico dell’opera.
Dal dibattito è emerso un grande rammarico per la soppressione della rassegna teatrale Museum, progetto di grande prestigio ideato da Renato Carpentieri e Lello Serao più di dieci anni fa, sintomo di «una città e di una regione che non riconosce il valore artistico e culturale di queste iniziative» ha dichiarato Baffi.
Diverso il discorso delle testate web, una novità che ha rivitalizzato l’intero settore seppure in modo incontrollabile in quanto è difficile individuare i percorsi estetici che regolano tali prodotti.
La soluzione risiede nell’utilizzo di un linguaggio differente che abbia la forza di rendere il pubblico dotato di quelle capacità critiche di cui, in questo momento, non dispone.
«Noi siamo ormai dei cronisti culturali» ha dichiarato Giuseppe Liotta che ha poi ricordato l’esperienza di Franco Quadri, uno dei maggiori critici teatrali contemporanei, il quale conosceva a fondo il lettore a cui si rivolgeva mentre la difficoltà principale per un critico moderno è celata nella formazione estetica del proprio pubblico.
Nel corso del convegno è stato proiettato il cortometraggio dal titolo Concerto per il Cristo velato con Nello Mascia per la regia di Liliana Paganini. L’opera ripercorre il viaggio descritto da Adonis, poeta siriano-libanese e critico letterario, da Napoli, dove nel 2002 visita il Cristo Velato del Sammartino nella Cappella San Severo, a Berlino.