«Noi non abbiamo un corpo, ma siamo il nostro corpo». Tra i sentieri della sessualità, alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridonale, sezione san Tommaso d’Aquino in Napoli, al Viale Colli Aminei. La sessualità nelle religioni: lezione con il professore padre Eduardo Scognamiglio, teologo e docente della Facoltà, inserita nel corso interdisciplinare Sentieri nella sessualità, guidato da teologi psicologi e psichiatri, organizzato dalla Facoltà teologica stessa, in collaborazione con l’Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi Cattolici, Sezione Campana, per affrontare problematiche ed esperienze provenienti dai vari ambiti e orizzonti epistemologici.
Il tema del corso – Riflessioni caricate di ideologie prevaricanti e di emotività distorte hanno determinato, e continuano a determinare, confusione nella conoscenza ed impoverimento nella sensibilità di fronte a una gestione della sessualità. Diventa così difficile, spesso impossibile, cogliere la ricchezza della vita che essa esprime, chiusa com’è tra una visione manichea del corpo e una dissacrazione dello stesso, ridotto a un puro ammasso di cellule viventi. Il corso ha l’obiettivo di offrire una visione complessiva della sessualità, dei valori intriseci che la sostanziano e delle problematiche formative che la contraddistinguono. Con uno sguardo al futuro, perché è nella dimensione del futuro che va guardata la sessualità, come progetto di vita e di comunione.
La lezione di padre Scognamiglio – Con la semplicità che lo contraddistingue, padre Eduardo ha mirabilmente tracciato, in sole due ore, il tema della sessualità vista nelle diverse religioni, a partire dalla visione biblica dell’uomo e dalla concezione antropologica cristiana, sviluppando con maestria, garbo e delicatezza il tema della sessualità in prospettiva interreligiosa, con particolare attenzione all’islam e all’etica buddista. In particolare, la lezione ha riletto in modo interpersonale l’etica della sessualità, anche nella sua visione comunitaria, e ha trattato tre punti: Noi siamo il nostro corpo: antropologia biblica e sessualità; Corpo e sessualità nel Corano; Etica buddista e affettività.
Riportando passaggi di una lezione - <<La sessualità rientra nel percorso della santità della coppia…nella prospettiva biblica si vive la sessualità in una prospettiva di comunione. Punto di partenza della sessualità è una sana antropologia dell’uomo sino a comprendere che la sessualità va vissuta in rapporto alle persone, come immagine e somiglianza di Dio….la sessualità ebraica tra uomo e donna è più libera, l’ebraismo vive il rapporto di coppia come una benedizione…nell’ebraismo è mantenuto alto il valore del matrimonio, e la donna è portatrice di luce, perché dal suo grembo nascerà la luce: il Messia…sessualità vissuta per il bene dell’umanità, e l’uomo non considera la sessualità come qualcosa di ripugnante, perché così si bestemmia Dio… nelle dieci azioni virtuose buddiste vale il principio del non attaccamento e del non desiderare…la castità da conservare sino a raggiungere la massima illuminazione…la sessualità ne repressa ne esagerata, al punto tale da condurre alla follia>>.
Sessualità e religione… – La sessualità è parte integrante della esperienza umana, influenzata da fattori biologici, psicologici, sociali, culturali.La religione si pone come un punto di riferimento importante, nel proporre un codice morale di condotta e nel consigliare norme sessuali. La sessualità è, infatti, spesso discussa nei testi religiosi e nei libri sacri ed è stata nel corso della storia e delle diverse culture associata ad una varietà enorme di significati tra cui: una tentazione, un dono, una unione spirituale tra persone sposate. Il grado in cui ogni individuo incorpora la dottrina religiosa nella propria vita sessuale è una scelta personale ed individualizzata, che va però attentamente considerata come fattore importante che può orientare fortemente le scelte della persona in questo campo.
…religione e sessualità – La visione ebraica considera sacra la sessualità secondo i tre principi biblici di Unione, Procreazione e Identità. Il celibato non esiste. La procreazione e il matrimonio sono un dovere divino. La sessualità deve essere Kosher cioè seguire le prescrizioni della legge ebraica. La visione cristiana pone l’accento sul fatto che il corpo è il tempio dello Spirito Santo (1 COR 6,19 ). Oggi il matrimonio è segno visibile dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. Le due strade del celibato consacrato e del matrimonio hanno pari dignità e valore. L’attività sessuale ha senso solo all’interno dell’unione d’amore come segno della reciproca appartenenza per sempre degli sposi e non è necessariamente votata alla procreazione. Le Chiese della Riforma Protestante si discostano in alcuni tratti da questa visione, mentre quella ortodosse si trovano concordi. La visione islamica concorda sostanzialmente con quella ebraica. Il celibato non esiste. L’attività sessuale è consentita solo agli sposi. Diverse norme sono contenute nel Corano. La visione buddhista classica guarda al sesso con sospetto in quanto qualsiasi cosa che generi desiderio è impura e causa reincarnazioni. In ogni caso è onorato il matrimonio ma ogni espressione sessuale al di fuori di esso è considerata contraria al precetto di non abusare dei sensi.I rapporti di coppia stabili e duraturi si fondano su una comunicazione vera e onesta, nella quale non predomina l’attrazione carnale. La bontà, la dolcezza, la gentilezza, l’altruismo, il senso di responsabilità uniscono reciprocamente l’uomo e la donna in un legame autentico.