STAR SYSTEM-SE NON CI SEI NON ESISTI di ROBERT B. WEIDE USA-UK, 09.
Il giovane aspirante critico cinematografico inglese di rottura, è chiamato a New York dal più potente editore di riviste di comunicazione glamour. Dovrà lottare per adattarsi e non farsi fagocitare. Ispirato alle autobiografie di Toby Young, giornalista e critico, ha trovato nella messa in film il giusto equilibrio tra la satira e l’osservazione dall’interno di un ambiente così complicato come quello che ruota attorno al cinema. Il luccichio del sistema è per lo più fasullo, perché opera di PR professionisti, e di produttori che programmano gli investimenti su personaggi di totale soave nullità, come il leggiadro corpo parlante della bellissima Megan Fox : ma la fanno diventare mito. Su questa intelligente e non moralistica dialettica è costruito il film. Che risulta perfino realistico: anche più di “Il Diavolo veste Prada”, cui si ricollega in qualche modo. Come nella vicenda esemplare dell’ex capo del protagonista, che, caduto in basso dalla piramide, diventa un banale corrispondente, come tanti altri. L’attore Danny Huston ne dà una caratterizzazione perfetta. L’aspetto collettivo è ritratto con sicurezza; come anche la donchisciottesca, talvolta presuntuosa intellettualità del protagonista: a volte è esilarante come il Peter Seller della serie Clouseau.