Nervi a fior di pelle, tensione muscolare, mal di testa, mal di schiena, cervicalgia, disturbi del sonno, alimentazione compulsiva o disturbi gastrici… questi sono solo alcuni dei numerosi sintomi da sovraccarico di stress.
La risposta da stress del nostro organismo è una reazione psico-fisiologica indispensabile per la nostra sopravvivenza: è quel cambiamento che il nostro corpo mette in atto per adattarsi ai cambiamenti richiesti dall’ambiente.
Allora perché fa così male?
Le risposte possibili a questa domanda sono essenzialmente due:
- la richiesta di adattamento che ci viene fatta supera le nostre capacità di adattamento (e non lo accettiamo)
- crediamo che la la richiesta di adattamento che ci viene fatta superi le nostre capacità di adattamento, ma non è vero (e non lo accettiamo)
Chi ha compreso ciò, un biologo americano di nome Jon Kabat-Zinn, ha ideato negli anni ’70 un protocollo per il trattamento delle sindromi da stress e delle reazioni psico-fisiche disfunzionali annesse.
Il trattamento si basa proprio sullo sviluppo di una capacità che le persone sotto stress hanno ormai perso: l’accettazione. Secondo i monaci buddhisti, sulle cui pratiche meditative si basa il protocollo di Kabat-Zinn, l’accettazione e la consapevolezza sono i primi passi da compiere verso la risoluzione dell’inutile spreco di energie che sottende a tutte le sindromi da stress, al fine di utilizzare in maniera più efficace le proprie risorse e di aumentare così le probabilità di trovare soluzione a ciò che ci affligge.
Il primo esercizio che si insegna in questo protocollo è la focalizzazione dell’attenzione sul proprio respiro. L’esercizio di questa pratica permette di fissare la mente, la quale solitamente vaga, giudica e critica, generando, in tal modo, una quota di stress del tutto priva di funzionalità.
L’attenzione focalizzata sul respiro permette, di contro, di sospendere il giudizio, generando, di conseguenza, un abbassamento dell’attivazione neurofisiologica a carico del nostro sistema nervoso autonomo.
Ecco in cosa consiste la meditazione del respiro:
Siediti su una sedia, con i piedi paralleli e ben piantati al suolo, la schiena eretta, allineata con il collo e la testa. Poggia le mani sulle ginocchia e quando ti senti pronto, chiudi gli occhi lentamente.
Quando ti senti pronto, porta la tua attenzione al fatto che stai respirando. Senti il respiro che entra ed esce dal tuo corpo. Non devi modificare il tuo respiro in alcun modo, semplicemente osservalo.
Porta l’aria dentro il tuo corpo ed osserva come l’addome si dilata, delicatamente. Porta l’aria fuori dal tuo corpo ed osserva come l’addome si sgonfia. Osserva il movimento ritmico del tuo addome che si gonfia e si sgonfia al ritmo naturale della tua respirazione.
Mentre osservi il tuo respiro, potrai notare che la tua mente viene distratta da altro: suoni, rumori, odori, sensazioni corporee o pensieri. È normale, la mente è fatta così. Quando ti accorgi che questo accade, riporta, con gentilezza e fermezza, l’attenzione all’osservazione del respiro. Cento volte la tua mente si allontana dall’osservazione del respiro, cento volte riportala indietro.
Inspira ed espira… quando sei pronto, apri gli occhi lentamente.
Praticare anche per soli cinque minuti al giorno la meditazione del respiro, permette di gestire lo stress e di sviluppare in sé la capacità di generare soluzioni funzionali e serenità. Provare per credere!