TERMINATOR SALVATION di McG USA,09.
John Connnor, il capo della resistenza contro SkyNet, le macchine che vogliono distruggere l’umanità , nel 20018 deve salvare Kyle Reese, un ragazzino ora, che sarà suo padre allorché sarà spedito nel passato. Dopo il fallimento del Terminator 3°, Hollywood ci ripropone la saga in forma di prequel, scegliendo lo stesso attore che ha rivitalizzato quella di Batman, cioè il sanguigno, ma intellettuale e carismatico C.Bale. Anzi, la star ha fatto partecipare alla sceneggiatura, non accredidato, Jonathan Nolan, il fratello del regista dei due ultimi Batman. Il prequel è una furbata di Hollywood per sfruttare spunti di successi: solo che si va alle origini. Qui l’idea base è sempre quella geniale archetipica del primo Terminator, di J.Cameron dell’84, con una più tecnologica, cardiopalmica e asettica spietatezza: ma è sempre l’universo meccanico che si ribella avendo ottenuto la coscienza di sé, e vede l’uomo come un nemico da annientare. Qui il centro narrativo è Marcus un cyborg infiltrato che mantiene ancora le caratteristiche di umano e non è consapevole di essere un robot: è una raffinata citazione di “Blade Runner”. Lo scontro tra le due nature rende il film un viaggio di scoperta, accanto all’adolescente Reese e al maturo Connor. In questa conchiusa cornice intellettuale lo spettacolo scorre fluido tra visioni apocalittiche e ritmi serrati.