Chi di voi mangiucchia le unghie e/o le pellicine, riducendo le mani ad un campo di battaglia? Chi di voi ha provato smalti amari, ricostruzioni di unghie e colate di gel, senza riuscire a togliersi questo maledetto “vizio”? Chi di voi è frustrato, amareggiato e arrabbiato con se stesso per questa condizione?
Ebbene, sappiate che c’è un modo per porre rimedio a tutto ciò e risiede nella terapia cognitivo comportamentale. Infatti, sebbene sembri ai più una cosa di scarsa rilevanza, molte delle persone che soffrono di questo disagio -chiamato onicofagia- sviluppano una serie di conseguenze che le pongono nella necessità di intraprendere una psicoterapia. Tali conseguenze possono essere il danneggiamento delle unghie e delle dita, fino alla riduzione irreversibile delle unghie, la perdita del letto unghiale, infezioni batteriche secondarie o fungine, problemi dentali, lesioni gengivali e disfunzioni temporo – mandibolari, senza considerare il disagio sociale annesso all’aspetto delle proprie mani. Il trattamento psicoterapico permette di spezzare l’automatismo, tramite l’utilizzo di quaderni di auto-monitoraggio, l’individuazione di condizioni predisponenti il mangiucchiarsi le unghie -con lo scopo di modificarle- l’apprendimento di comportamenti concorrenti che vadano a sostituire quello dannoso del mangiarsi unghie e pellicine, l’apprendimento di tecniche di rilassamento utili per la gestione dell’ansia, il lavoro sui pensieri che si celano dietro l’onicofagia. Dunque, il mio suggerimento è di gettare via smalti amari, peperoncino ed altre sostanze vomitevoli, per intraprendete un lavoro che permetta di vincere il problema in maniera efficace.