PERUGIA – S’intitola “L’euro e i mass media” la panel discussion ospitata oggi alle 14 nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo, a Perugia dal 25 al 29 aprile 2012, presso l’Auditorium del Conservatorio di Musica. Al dibattito, moderato dal direttore di Sky Tg24 Sarah Varetto, hanno preso parte il professor Giulio Tremonti, Lucio Caracciolo, direttore della rivista geopolitica Limes, Thierry Vissol, consigliere speciale media e comunicazione alla rappresentanza della Commissione europea, Federico Fubini, giornalista del Corriere della Sera.La nota emissione satellitare ha trasmesso in diretta televisiva l’incontro. Al centro del dibattito, le modalità attraverso le quali i media affrontano la delicata fase attraversata dall’Europa ma soprattutto dall’euro. Secondo Fubini gli economisti avrebbero appreso dalla stampa anglosassone che nei toni sensazionalistici risiederebbe la chiave del successo. Infatti, durante la crisi, sono stati circa dieci, come ha dichiarato Sarah Varetto, i vertici internazionali, anticrisi organizzati e presentati come risolutivi, alla vigilia dei quali lo spread diminuiva tornando ad aumentare subito dopo la loro conclusione. Ciò accade perché, ha spiegato Tremonti, «il mercato comunica con una sua voce». Caracciolo ha individuato il problema nell’assenza di un’opinione pubblica europea. Tutti i relatori sono stati d’accordo nel ritenere che la crisi non è dipendente dall’euro bensì dalla finanzializzazione del mondo e da un mancato controllo degli strumenti finanziari, sebbene secondo Vissol leagenzie di rating non siano del tutto da demonizzare.
La svolta epocale consiste nel fatto che per la prima volta l’uomo, attraverso internet, genera la ricchezza e non la trasferisce. Ciò sancisce la fine dell’età coloniale.
Dunque, ha concluso Vissol, la soluzione è tornare allo stato nazionale o restare al passo con un mondo che per sua natura “drammaticamente” muta?