«Il Messale è il libro che custodisce la lex orandi e la lex credendi, affinché diventino lex vivendi». Con queste parole esplicative dell’importanza del Messale nella vita della Chiesa, lo scorso giovedì 16 gennaio, presso la Basilica di Santa Restituta gremita per l’occasione, monsignor Salvatore Esposito ha aperto la serie di interventi che ha inaugurato uno speciale percorso di formazione interdisciplinare, organizzato dalla sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (PFTIM) in vista della prossima diffusione della terza edizione italiana del Messale Romano.
Alla cerimonia, presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe nelle vesti di Gran Cancelliere della Pontificia Facoltà e aperta da monsignor Beniamino Depalma con una prolusione su Il Messale nella vita cristiana, sono intervenuti anche don Francesco Asti, Decano della sezione San Tommaso della PFTIM, e Don Valerio Bocci, direttore generale della casa editrice Elledici, moderati dal professor Carmine Matarazzo, direttore dell’Istituto di Teologia Pastorale della PFTIM.
Per l’occasione, è stato presentato al pubblico il volume In attesa del “nuovo” Messale, un sussidio con una chiara impronta pastorale, preparato da alcuni docenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e edito dalla Elledici, allo scopo di sostenere la fatica degli operatori chiamati a presentare al popolo di Dio il Libro per la celebrazione dell’eucaristia.
«Il cammino di questa terza edizione – ha dichiarato il cardinale Sepe nella presentazione del volume – è stato quanto mai lungo e laborioso ed è durato oltre 16 anni. La nuova edizione del Messale chiederà a tutti un rinnovato impegno pastorale, che si concretizza nel costruire nei battezzati il volto ecclesiale e personale del Signore per condurli alla comunione trinitaria. Comunione preziosa e gioiosa che fa riscoprire ai cristiani di essere uomini nuovi per una Chiesa e un mondo nuovo. È questa la meta di ogni celebrazione sacramentale additata dal Messale».
Il nuovo Messale segna una tappa di grande importanza nella tradizione liturgica di tutta la Chiesa. Una adeguata preparazione al suo uso è necessaria per tutti coloro ai quali si rivolge il corso, ovvero: presbiteri, parroci, diaconi permanenti, seminaristi, lettori, accoliti, vicari episcopali e delegati per la liturgia, responsabili della formazione dei collegi liturgici e ministranti, studenti di teologia e di scienze religiose, catechisti, consacrate, consacrati e quanti collaborano a diverso titolo alla pastorale liturgica. Per venire incontro alle loro esigenze, è stato appositamente progettato questo corso che «mette insieme meditatio, actio e contemplatio», ha spiegato il professor Matarazzo, evidenziando il carattere fortemente interdisciplinare dell’iter formativo.
«Questo corso – ha commentato il Decano don Francesco Asti – è un esempio di come la Facoltà Teologica, con la sua riflessione, sappia essere al servizio delle diocesi: ogni lezione è tenuta in abbinamento da un docente della Facoltà e da un direttore dell’ufficio di liturgia di una diocesi campana». Una tale scelta consente di affrontare nel migliore dei modi quella che Asti denuncia come una duplice problematica: «da un lato, c’è uno scollamento tra il Messale e la formazione dei sacerdoti, dall’altro, di conseguenza, c’è uno scollamento tra Messale e vita spirituale del popolo di Dio».
Il corso si articolerà in 5 incontri, che si terranno con cadenza mensile da gennaio a maggio 2020, dalle ore 17.00 alle ore 18.30, presso la sezione San Tommaso d’Aquino in viale Colli Aminei 2.
Le iscrizioni al corso sono tuttora aperte. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il coordinatore didattico Don Oreste Rinaldi (3479970381) oppure i direttori del corso professor Salvatore Esposito (081.299091) e professor Carmine Matarazzo (081.7410000).