Un karma pesante
Di Daria Bignardi
Mondadori, 2011
214 pagine
Prezzo di copertina euro 18,50.
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«Non sono sempre stata così, da bambina ce l’avevo un centro. Da sola stavo bene e con gli altri la risolvevo a parole. Se loro correvano più forte, io parlavo meglio. Partivo bene. Fino a che non ho letto Sologub».
Fëdor Sologub è l’autore deIl demone meschino, il libro tascabile che la protagonista di Un karma pesante, ancora bambina, un giorno pesca dalla libreria di casa, senza sapere che quel piccolo volume avrebbe cambiato la sua vita.
Eugenia Viola è una donna di successo, regista con alle spalle un passato doloroso. Le scomparse premature del padre e del fidanzato in età adolescenziale l’hanno resa instabile, dedita in modo ossessivo alla ricerca di una propria identità e di un proprio posto nel mondo. Da adulta a tenerla ancorata alla realtà saranno le due figlie, Rosa e Lucia, e suo marito Pietro, uomo che dalla vita ottiene quel che desidera grazie ad un temperamento paziente e sereno.
Nel libro nessun nome è lasciato al caso: Pietro Lagrecacolonna è il personaggio più solido del romanzo, mentre Eugenia Viola, il cui nome richiama la sua buona nascita (Eugenia deriva dal greco eu “buono” e genia “nascita”), ha un cognome che rimanda all’irrequietezza del suo carattere (la viola è il fiore degli indomiti) ricollegabile anche al verbo violare inteso come infrangere le regole, cosa che capita non di rado alla nostra protagonista.
Nel corso della narrazione il lettore assiste all’evoluzione di Eugenia attraverso numerose tappe scandite soprattutto dal lavoro tra Verona, Londra, Milano e New York: a Londra da commessa a direttrice di un negozio, a Milano da centralinista ad account junior in un’agenzia pubblicitaria, da realizzatrice di uno spot di successo ad affermata regista, successo preceduto da una breve esperienza a New York.
Eugenia si occupa del proprio lavoro da regista senza sosta. Questo atteggiamento le provocherà un attacco di panico a causa del quale sarà costretta ad un periodo di riposo. In seguito ad un ricovero in ospedale, durante il quale le viene quasi profetizzato un grande cambiamento, nel periodo di convalescenza la protagonista ripercorrerà la sua vita, conducendo lunghe giornate in compagnia della famiglia, scandite dai ricordi di tutte le persone che ne hanno fatto parte, tra le quali un affascinante omeopata che tempo addietro le aveva diagnosticato un karma pesante, cioè la necessità di scontare in questa reincarnazione azioni sbagliate compiute in vite precedenti.
«A volte pensi che per cominciare a vivere devi prima capire chi sei: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui stai vivendo adesso».
Un Karma pesante, il secondo libro di Daria Bignardi, è un romanzo intenso e sensibile, che la giornalista e conduttrice ferrarese arricchisce con toni ironici ed evocativi.
Il suo romanzo d’esordio, Non vi lascerò orfani (Mondadori 2009), ha vinto il premio Rapallo Carige, il premio Elsa Morante ed il premio dei Librai Città di Padova. Forse anche a questo ultimo sforzo letterario le giurie riserveranno numerosi riconoscimenti. C’è da aspettarselo.