“Una Liturgia viva per una Chiesa viva”. La 68ma Settimana Liturgica Nazionale, svoltasi a Roma dal 21 al 24 agosto, si è da poco conclusa. Una iniziativa del Centro di Azione Liturgica (CAL), nella ricorrenza dei 70 anni dalla sua fondazione.
Momento culmine dell’evento, quello della giornata conclusiva del 24 agosto con l’udienza particolare con il Santo Padre Francesco nell’Aula Paolo VI, alla presenza di oltre 800 fedeli, laici e sacerdoti. Un discorso nitido e articolato sulla liturgia, quello del Pontifice, centrato nella prima parte sulle radici conciliari della riforma che Montini, e poi sul vero senso della liturgia.
Le parole del Pontefice - <<Vorrei toccare alcuni aspetti alla luce del tema su cui avete riflettuto in questi giorni: “Una Liturgia viva per una Chiesa viva”. La liturgia è “viva” in ragione della presenza viva di Colui che «morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio pasquale I). Senza la presenza reale del mistero di Cristo, non vi è nessuna vitalità liturgica. Come senza battito cardiaco non c’è vita umana, così senza il cuore pulsante di Cristo non esiste azione liturgica. Ciò che definisce la liturgia è infatti l’attuazione, nei santi segni, del sacerdozio di Gesù Cristo, ossia l’offerta della sua vita fino a stendere le braccia sulla croce, sacerdozio reso presente in modo costante attraverso i riti e le preghiere, massimamente nel suo Corpo e Sangue, ma anche nella persona del sacerdote, nella proclamazione della Parola di Dio, nell’assemblea radunata in preghiera nel suo nome (cfr SC, 7) […] La liturgia è vita per l’intero popolo della Chiesa. Per sua natura la liturgia è infatti “popolare” e non clericale, essendo – come insegna l’etimologia – un’azione per il popolo, ma anche del popolo. Come ricordano tante preghiere liturgiche, è l’azione che Dio stesso compie in favore del suo popolo, ma anche l’azione del popolo che ascolta Dio che parla e reagisce lodandolo, invocandolo, accogliendo l’inesauribile sorgente di vita e di misericordia che fluisce dai santi segni.[…] La liturgia è vita e non un’idea da capire. Porta infatti a vivere un’esperienza iniziatica, ossia trasformativa del modo di pensare e di comportarsi, e non ad arricchire il proprio bagaglio di idee su Dio. […] Il culto liturgico «non è anzitutto una dottrina da comprendere, o un rito da compiere; è naturalmente anche questo ma in un’altraè una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede». Le riflessioni spirituali sono una cosa diversa dalla liturgia, la quale «è proprio entrare nel mistero di Dio; lasciarsi portare al mistero ed essere nel mistero».17 C’è una bella differenza tra dire che esiste Dio e sentire che Dio ci ama, così come siamo, adesso e qui. Nella preghiera liturgica sperimentiamo la comunione significata non da un pensiero astratto ma da un’azione che ha per agenti Dio e noi, Cristo e la Chiesa.18 I riti e le preghiere (cfr SC, 48), per quello che sono e non per le spiegazioni che ne diamo, diventano pertanto una scuola di vita cristiana, aperta a quanti hanno orecchi, occhi e cuore dischiusi ad apprendere la vocazione e la missione dei discepoli di Gesù. Ciò è in linea con la catechesi mistagogica praticata dai Padri, ripresa anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica che tratta della liturgia, dell’Eucaristia e degli altri Sacramenti alla luce dei testi e dei riti degli odierni libri liturgici. La Chiesa è davvero viva se, formando un solo essere vivente con Cristo, è portatrice di vita, è materna, è missionaria, esce incontro al prossimo, sollecita di servire senza inseguire poteri mondani che la rendono sterile. Perciò, celebrando i santi misteri ricorda Maria, la Vergine del Magnificat, contemplando in lei «come in un’immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere» (SC, 103). Infine, non possiamo dimenticare che la ricchezza della Chiesa in preghiera in quanto “cattolica” va oltre il Rito Romano, che, pur essendo il più esteso, non è il solo. L’armonia delle tradizioni rituali, d’Oriente e d’Occidente, per il soffio del medesimo Spirito dà voce all’unica Chiesa orante per Cristo, con Cristo e in Cristo, a gloria del Padre e per la salvezza del mondo. […] Incoraggio i responsabili del Centro di Azione Liturgica a proseguire tenendo fede all’ispirazione originale, quella di servire la preghiera del popolo santo di Dio. Infatti, il Centro di Azione Liturgica si è sempre distinto per la cura prestata alla pastorale liturgica, nella fedeltà alle indicazioni della Sede Apostolica come dei Vescovi e godendo del loro supporto. La lunga esperienza delle Settimane Liturgiche, tenutesi in numerose diocesi d’Italia, insieme alla rivista “Liturgia”, ha aiutato a calare il rinnovamento liturgico nella vita delle parrocchie, dei seminari e delle comunità religiose. La fatica non è mancata, ma neppure la gioia! E’ ancora questo l’impegno che vi chiedo oggi: aiutare i ministri ordinati, come gli altri ministri, i cantori, gli artisti, i musicisti, a cooperare affinché la liturgia sia “fonte e culmine della vitalità della Chiesa” (cfr SC, 10)>>.