La piccola San Pietro di Capodimonte sta per diventare grande: al via i lavori di restauro per il rifacimento della facciata della Basilica Tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio di Napoli. Presentato il progetto, finanziato in parte consistente dalla Fondazione Grimaldi, dell’omonimo Gruppo Grimaldi Lines. Ad illustrare il progetto sono stati il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, l’ingegnere Carmine Gravino, capo dell’ufficio tecnico della Curia, l’architetto Giovanni De Pasquale, a cui sono affidati i lavori e Luca Marciani, direttore della Fondazione Grimaldi, con la presenza del rettore della Basilica, monsignore Nicola Longobardo.
L’opera di restauro – Rientra tra le attività della Curia di Napoli a tutela dei beni architettonici di sua proprietà. Lavori, che saranno avviati a gennaio 2018 e si concluderanno in due anni, di tipo conservativo e filologico, che si prevedono complessi a causa della costruzione in calcestruzzo armato, una delle prime realizzazioni di questo tipo in città. La Fondazione Grimaldi ha stanziato un contributo di 440mila euro per il restauro della facciata, 250mila euro stanziati dalla Diocesi di Napoli. Tutti gli altri interventi previsti, come facciate laterali e facciata posteriore, saranno distribuiti nell’arco dei mesi in fasi e lotti che saranno definiti a seconda delle disponibilità finanziarie per un costo totale dell’opera di restauro che arriverà a 2 milioni di euro. Una sfida più che un progetto, un restauro da realizzare in tempi contenuti, per riportare la basilica come era all’origine.
La Basilica – È la San Pietro in miniatura: la facciata, i colori, il marmo e l’architettura richiamano in tutto e per tutto il centro di tutta la cristianità. Persino negli interni le similitudini sono evidenti: come nella volta e nella struttura delle navate; non manca nemmeno una, più modesta, statua della pietà. È la più giovane delle chiese della città, essendo stata consacrata nel 1960. Nacque grazie alla fede di una religiosa, suor Maria di Gesù Landi che era molto devota alla Madonna del Buon Consiglio. Nel 1844 commissionò al pittore napoletano Spanò un quadro della Vergine, con il quale fu protagonista di due miracoli: nello stesso anno pose fine all’epidemia di colera che soffocava Napoli mostrando l’immagine al popolo; nel 1906, invece, durante un’eruzione del Vesuvio la suora mise fuori dal proprio balcone il quadro e la copiosa pioggia di cenere cesso. Grazie a questi due avvenimenti, suor Maria riuscì ad ottenere il riconoscimento del culto e l’incoronazione del quadro e la grande quantità di pellegrini rese necessaria la costruzione di questa struttura, proprio nel luogo che la religiosa aveva indicato. La prima pietra fu posta nel 1920 sul progetto dell’architetto Vincenzo Vecchia. Purtroppo, però, Maria di Gesù Landi non vide mai completata l’opera da lei stessa iniziata: la donna morì nel 1931. I suoi resti riposano ancora oggi nella basilica, insieme al dipinto simbolo della sua devozione.
I Grimaldi e la Basilica – Vi è un filo conduttore che lega la Basilica alla famiglia Grimaldi: Maria Landi e Amelia Grimaldi Lauro, sorella del Comandante Achille Lauro e madre di Guido Grimaldi, legate da profonda amicizia. Ancora oggi su tutte le navi del gruppo, nella plancia di comando vi è una icona della Madre del Buon Consiglio.
La Fondazione Grimaldi ONLUS - È un ente senza scopo di lucro fondato nell’anno 2007 su iniziativa della famiglia imprenditoriale napoletana dei Grimaldi. Persegue esclusivamente fini di solidarietà sociale e svolge la sua attività principalmente nella provincia di Napoli, nel settore dell’assistenza sociale, della solidarietà e della formazione. Lo scopo principale è quello di favorire ed incrementare la promozione, la realizzazione e la gestione di iniziative sociali, sostenendo e sviluppando, anche indirettamente con prestazioni a favore di Istituti o enti aventi scopi analoghi, ogni iniziativa diretta all’assistenza, formazione e recupero principalmente di giovani meno fortunati che spesso diventano terreno fertile per le organizzazioni criminali.
Le parole del Cardinale – <<Ringrazio la famiglia Grimaldi che con gioia ha subito risposto alla mia richiesta di aiuto. Si tratta di un impegno a tutela dei doni che abbiamo ricevuto e siamo in dovere di tutelare e tramandare. Ma soprattutto di attività che permettano di testimoniare la fede. Un restauro di una chiesa simbolo di unione tra Napoli e Roma, tra la piccola e grande San Pietro, unite da una unica fede. Per ora partiamo, poi affidiamoci alla provvidenza per il completamento della opera. E che la Madonna del Buon Consiglio accompagni tutti>>.
Una chiusura personale – La Basilica vede oggi suo rettore monsignore Nicola Longobardo, torrese, in carica dal 2012. Ma un sentito ricordo personale, mi sia consentito fare a monsignore Ugo Grazioso, napoletano, rettore per molti anni della basilica, deceduto nell’agosto 2015. Quasi una icona della basilica di Capodimonte per chi, come me, ha modo di frequentarla dall’infanzia. Sacerdote concreto, dal carattere fermo, da sembrare anche duro, sempre pronto ad iniziative volte a far conoscere l’aspetto storico – culturale della basilica. Sarà contento anche lui di questo restauro, immaginandolo con uno dei suoi rari, ma sinceri sorrisi.